UNA
lettera aperta, tra l’altro pubblicata sul periodico il Golfo, è stata
inviata
dal direttore della stessa rivista, Cosmo Damiano Pontecorvo, al
sindaco
di Santi Cosma e
Damiano,
Vincenzo Di Siena. Una nota titolata «la
guerra
dei 250 anni tra il
“b
o rg o ” dei santi e una parte della Chiesa». L’avvoca -
to
Pontecorvo, come è noto,
si
sta battendo per l’eleva -
zione
a Santuario della
chiesa
di Santi Cosma e
Damiano.
«Una richiesta -
ha
detto Pontecorvo - che
risale
al 2004, quando c’era
l’Arcivescovo
Mazzoni,
ma
nonostante interessamenti e promesse ciò non è
avvenuto,
nemmeno dopo
l’arrivo
dell’attuale Arcivescovo. E io e alcuni amministratori siamo ancora in
attesa
di un incontro con
l’attuale
presule, con il quale ci auguriamo di poter
parlare
al più presto. Purtroppo il «borgo» dei Santi
da
250 anni lotta per le
questioni
religiose. Nel 1774 l’allora
procuratore
don Carlo Tibaldi propose ricorse al Re di Napoli chiedendo
che
venissero nominati cappellani
disoccupati
del paese, al posto di due
sacerdoti
che percepivano le prebende, pur risiedendo a Napoli e Gaeta.
Nel
1992 monsignor Farano creò
l’unità
parrocchiale con Castelforte,
sopprimendo
le parrocchie di Ventosa e di Santi Cosma e Damiano, più
tre
di Castelforte. Dunque il parroco
non
risiedeva più a Santi
Cosma
e Damiano, ma un
sacerdote
si doveva occupare di tutto il territorio. E
in
occasione del secondo
referendum
sull’unificazio -
ne
tra Castelforte e Santi
Cosma
e Damiano, la Chiesa locale inviatva i cittadini
a
schierarsi a favore
dell’unificazione
tra Castelforte e Santi Cosma e
Damiano.
Tra l’altro l’ex
commissario
prefettizio di
Santi
Cosma e Damiano,
Marcello
Boaretto, scrisse
una
nota a monsignor Farano, nella quale chiedeva
l’autorizzazione
per porre
la
prima pietra per la ricostruzione della chiesa di
Santa
Maria del Soccorso,
ma
non ci fu mai risposta».
Una
presa di posizione dura
di
Pontecorvo che chiude la
lettera
precisando che «la
nostra
parrocchia è a “mezzadria”
con
il contermine Comune di Castelforte».
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