F
I O R I TO a Galetto lo ha
citato
direttamente, forse
tirando
fuori a caso un
esempio
di nota spese davanti ai magistrati e facendo quindi finire il nome del
consigliere pontin o n e l v e r b a l e d i
interrogatorio.
Ma il
Batman
di Anagni ha
portato
ai magistrati romani documenti relativi
le
spese di tutti e sedici i
componenti
del gruppo
regionale
del Pdl. Tra loro, dunque, anche gli altri pontini, Romolo Del
Balzo,
Gina Cetrone e la
new
entry Lillia D’Otta -
vi.
Lo
scandalo dei fondi
del
gruppo ha preso le
mosse
da una guerra interna al Pdl laziale tra gli
uomini
di riferimento di
Antonio
Tajani (tra cui il
viterbese
Battistoni e lo
stesso
Del Balzo) e gli ex
An
di Fiorito. E proprio
Tajani
e i suoi rischiano
di
uscire pesantemente
ammaccati
da questa disfida interna. Non dimentichiamo che tra i fedelissimi del
commissario europeo ci sono
praticamente
tutti i vertici del Pdl di Latina,
ovvero
Claudio Fazzone,
Armando
Cusani e Stefano Zappalà. Chiaro
che,
se Tajani perde potere e influenza, anche per
i
suoi luogotenenti pontini non si preannunciano
tempi
facili.
CI
sarebbe anche il consigliere regionale pontino Stefano
Galetto
tra i nomi tirati in
ballo
da Franco Fiorito
nell’interrogatorio
di ieri l’al -
tro
davanti ai magistrati romani che stanno indagando
sull’utilizzo
dei fondi del
gruppo
del Pdl della Regione
Lazio.
Fiorito avrebbe accusato Galetto di aver speso
soldi
del gruppo senza giustificare le uscite. L’ex assessore del Comune di Latina,
raggiunto telefonicamente, afferma invece che «è tutto
assolutamente
nella norma,
non
c’è stata da parte mia
alcuna
anomalia. Sono sereno».
Dopo
aver coinvolto Romolo Del Balzo con accuse su
presunte
assunzioni relative a
familiari
del consigliere di
Minturno,
Franco «Batman»
Fiorito
tira nella mischia anche il consigliere ex An Stefano Galetto, accusandolo di
aver
effettuato spese senza
giustificarle.
In totale, secondo le indiscrezioni trapelate
ieri,
davanti al procuratore
aggiunto
Alberto Caperna e il
pubblico
ministero Alberto
Fioretti,
Fiorito avrebbe fatto
questi
nomi di suoi colleghi
consiglieri:
Giancarlo Miele,
Andrea
Bernaudo, Carlo De
Romanis,
Lidia Nobili, Stefano Galetto e il rivale di sempre, l'ex capogruppo del Pdl
Francesco
Battistoni. La gran
parte
dei citati sono coloro,
va
ricordato, che hanno votato la sfiducia a Franco Fiorito
come
capogruppo. Un particolare di non poco conto.
Infine,
l’ex sindaco di Anagni
ha
fatto il nome del presidente del Consiglio Mario Abbruzzese il quale sarebbe
stato al vertice di un accordo per
la
spartizione dei fondi. Infatti, secondo quando trapela
dell’interrogatorio
di Fiorito,
c’era
una sorta di accordo di
ripartizione
dei fondi tra tutti
i
gruppi del consiglio regionale in funzione della loro
consistenza
politica che prevedeva l'assegnazione di 100
mila
euro l'anno a ciascun
consigliere
per finalità politiche, e un accordo all'interno
del
Pdl che raddoppiava o
triplicava
tale assegnazione a
seconda
degli incarichi ricoperti. «La presidente della
Regione
Renata Polverini
non
poteva non sapere - ha
detto
Fiorito - poiché si trattava di una decisione di cui la
giunta
prendeva atto, dell'accordo di ripartizione dei fondi assegnati ai gruppi
dall'ufficio di presidenza». Una frase però smentita ai microfoni
di
Sky: «Non ho detto che
Renata
Polverini non poteva
non
sapere. Non esiste alcun
sistema
e ho rendicontato tutto».
Fiorito
ha inoltre ammesso
di
aver avuto a disposizione,
per
gli incarichi che ricopriva
(presidente
della commissione Bilancio e capogruppo del
Pdl)
circa 300 mila euro nel
2011.
«Tutti soldi rendicontati e spesi attraverso bonifici
bancari,
in modo tale da essere tutti tracciabili», ha detto il
Batman
di Anagni per dimostrare la propria trasparenza.
Secondo
Fiorito, inoltre,
ammonterebbe
a circa 17 milioni di euro l’anno il totale
dei
fondi assegnati ai gruppi
del
consiglio regionale e
all’Ufficio
di Presidenza del
consiglio
per le finalità politiche di ciascun componente.
«Ero
ossessionato dalle richieste di danaro dei consiglieri del mio gruppo. Non ne
potevo
più», avrebbe detto
Fiorito
ai pm. Ha poi lamentato di essere stato sfiduciato
subito
dopo aver inviato una
lettera
ai suoi colleghi in cui
chiedeva
conto di alcune spese sostenute o delle quali si
chiedeva
il rimborso. Fiorito
ha
portato due faldoni ai pm,
contenenti
le spese del gruppo Pdl. In essi ci sarebbero i
nomi
(e dunque le spese) di
16
consiglieri del gruppo Pdl.
Tra
questi, anche il consigliere pontino Galetto, il cui nome è filtrato in quanto
sarebbe stato pronunciato dallo
stesso
Fiorito nel corso
dell’interrogatorio.
Ma non è
escluso
che vi siano anche
altri
consiglieri pontini coinvolti dall’ex capogruppo. «Il
mio
assistito- ha spiegato
l’avvocato
Carlo Taormina -
ha
detto ai pubblici ministeri
di
indagare, di andare a guardare se a fronte di soldi concessi corrisponde o meno
l'organizzazione
di un convegno, l'affissione di un manifesto o la pubblicazione di un
testo».
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