IL
9 agosto l’ingegner Ennio Cima ha
rinviato
le ferie perché era ormai chiaro
che
l’acqua erogata dalla sorgente Capodacqua di Spigno Saturnia non sarebbe
bastata
ed erano a rischio le vacanze di
almeno
quindicimila persone sulla costa
più
meridionale della provincia di Latina. «Tasso di piovosità bassissimo, presenze
in aumento e una dispersione in
rete
che non ha mai promesso nulla di
buono,
da quando siamo arrivati nel
2003,
perciò è successo quello che è
successo.
Ma ci tengo a dire che abbiamo
fatto
il possibile per limitare i
disagi,
quando accadono queste cose è una sconfitta anche
per
noi che ci lavoriamo. Ciò
che
non si può accettare è il
fatto
che ci sono state tante,
troppe,
strumentalizzazioni e
lo
dico pur ammettendo che
probabilmente
si doveva intervenire un po’ prima sulla
rete
di distribuzione».
Cosa
dice adesso alle casalinghe di Castelforte?
«Intanto
mi scuso per il disagio. Però ricordo loro che da
quando
c’è Acqualatina hanno smesso di riempire vasche
e
secchi come succedeva fino
al
2004 ogni estate a prescindere dal tasso di siccità. In
questi
anni abbiamo fatto tanto. Ma il fatto è che... abbiamo
cercato
pure di non danneggiare il turismo e di non tagliare sulla costa; su questo
sono
stati
abbastanza chiari anche i
sindaci
durante la riunione
che
si è tenuta a Formia in quei
giorni.
Purtroppo bisognava
fare
delle scelte, su 55mila
utenze
abbiamo agito con
chiusure
notturne sul 13% e le
zone
collinari chiaramente sono state
penalizzate».
Dunque
ai turisti che pure hanno
subito
il problema dice che si è fatto
del
tutto per essere ospitali? Come
volevano
i sindaci...
«Anche
a loro dico che abbiamo cercato
di
limitare al massimo i disagi. Il turismo
è
un elemento molto importante in questa provincia».
«Riconosca
qualche errore. E questa
storia
vi ha insegnato qualcosa?»
«Tutte
e due le cose. Abbiamo capito che
gli
interventi sulla rete contro le dispersioni idriche erano una priorità maggiore
di
quanto fosse stata valutata. Cioè: noi
sapevamo
che bisognava intervenire
contro
le dispersioni, il caso del sud
pontino
è nel piano degli investimenti ma
l’ultimo
rinvio è legato all’e m e rg e n z a
arsenico
che ha assorbito gran parte di
quell’investimento.
Ora non si può più
rinviare.
E poi c’è anche un’altra verità
da
dire...»
Quale?
«Il
sud pontino era proprio indietro con
gli
investimenti. Noi di Acqualatina appena iniziata la gestione abbiamo dato
priorità
alla depurazione lì. Era il vero
punto
dolente. Stavamo pieni di denunce. L’intero tratto tra la stazione dei
carabinieri
di Formia e il porto di Gaeta
era
senza allaccio, scaricavano tutti direttamente al mare, la rete del lungomare
di
Vindicio era letteralmente inutile, la
zona
a ridosso della villa comunale di
Formia
era un disastro. Ma qualcuno si
ricorda
come stava il mare di Formia fino
a
tre anni fa? Adesso anche Goletta
Verde
ci ha detto che l’acqua a Vindicio
è
buona. Go-le-tta- Ver-de, gli ambientalisti! Abbiamo privilegiato la depurazione,
anche se sapevamo che c’è un bubbone pure sulla sorgente di Capodacqua».
Che
vuol dire «bubbone»?
«Diciamo
le cose come stanno: Capodacqua produce in regime di sicurezza
dai
450 ai 500 litri/secondo di acqua,
l’esigenza
in quella zona è di 590-600
litri
secondo. I conti non tornano no? Ci
mancano
150 litri-secondo e noi li dobbiamo trovare. Fino a oggi si era pensato
di
andarli a prendere da qualche altra
parte,
invece no, dobbiamo eliminare le
dispersioni
fisiche nella rete. Poi guardi:
quella
sorgente è stata pensata male proprio sul piano dell’emungimento, abbiamo
investito 3,6 milioni di euro per
cominciare
a rifondarla ma mica possiamo cancellare tutto e rifare ogni cosa
daccapo?!
Quella sorgente ha problemi
sia
di emungimento che di torbidità,
molto
è stato già fatto ma bisogna intervenire ancora e lo stiamo facendo con
l’aiuto
dell’Università. Captiamo acqua
in
sicurezza, se vai troppo giù ti trovi alle
prese
con la torbidità. Abbiamo eliminato la dispersione alla base ma non è
s
u ffi c i e n t e » .
Se
se la sente può anche ammettere
che
i sindaci influenzano le scelte relative agli investimenti della società?
«Non
si può negare che ognuno chiede
qualcosa
per il suo territorio, ma noi
litighiamo
ogni giorno con i sindaci per
rispettare
le priorità. Quando abbiamo
detto
che bisognava agire sulla depurazione è stata una lotta, ma chi rispondeva
penalmente
dei depuratori? Noi. E allora... Devo dire che molti collaborano a
prescindere
dal colore politico però quello che ci preme come società è ribadire
che
i problemi di questa estate sono
derivati
essenzialmente da condizioni
meteo
straordinarie. Prendiamo il ‘buo -
no’
di ciò che è successo e mettiamo al
primo
posto il riassetto della rete nel sud
pontino
ma non si può dimenticare che in
quella
parte del territorio le infrastrutture
idriche
e di depurazione che abbiano
ereditato
erano messe molto, molto male. Questo va detto altrimenti si omette
un
parte della verità storica».
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