UN
dossier di 300 pagine sul
«caso
Acqualatina» e la richiesta formale di una verifica da parte del Ministro
dell’Ambiente
sul funzionamento del servizio idrico
ne
ll ’Ato4. La batosta era
nell’aria
dopo i problemi di
siccità
di questa estate e l’am -
missione
da parte del gestore
che
ci sono ancora gravi carenze nella distribuzione di
acqua,
specialmente al sud.
Ieri
l’iniziativa del consigliere regionale di Sel, Filiberto
Zaratti
che ha consegnato la
lunga
relazione al Ministero a
supporto
delle critiche, pesantissime, alla gestione idrica in provincia di Latina.
Quando
era assessore all’am -
biente,
Zaratti ha avviato
un
’indagine amministrativa
conclusasi
(a novembre
2009)
con 27 contestazioni
all’Autorità
d’Ambito e ad
Acqualatina
spa. Sui punti,
contenuti
in una delibera della giunta regionale, non c’è
mai
stata contro replica bensì
il
ricorso per vizi di legittimità al Tribunale amministrativo da parte del
presidente
dell’Ato4,
Armando Cusani,
a
ciò autorizzato dalla conferenza dei sindaci. Ora l’ex
assessore
rincara la dose e
sposta
tutto sul tavolo del
Ministro
Clini, cui chiede
«secondo
i poteri di vigilanza
sull’uso
delle risorse idriche,
di
disporre una verifica sulla
gestione
del servizio idrico
nell’Ato
4 Lazio meridionale
e
sull’operato dell’autorità
d’ambito».
«La
recente stagione estiva -
dice
Zaratti - ha fatto riemergere una emergenza idrica
nel
sud pontino, dove ancora
si
registra un’altissima percentuale di dispersione idrica. Intere città come
Formia,
Gaeta
e Minturno sono state
letteralmente
messe in ginocchio dal razionamento quotidiano di acqua proprio nel
momento
di maggior affluenza turistica. Il mancato ammodernamento delle reti colabrodo
e il ridotto contrasto
delle
perdite idriche, che in
questa
provincia superano il
60%,
è anche il frutto di un
continuo
rinvio degli investimenti di Acqualatina. Parte di
questi
interventi il gestore
avrebbe
dovuto realizzarli
nei
primi sei anni. Ma questo
è
soltanto uno dei 27 punti di
illegittimità
riscontrati da
un
’indagine amministrativa
della
Regione Lazio nel
2008.
Successivamente
all’aggiudicazione
della gara, infatti, la conferenza dei
sindaci
dell’Ato ha deliberato
modifiche
sostanziali alla
convenzione
tipo approvata
dalla
Regione, che ha consentito di trasferire gli oneri
della
gestione e del rischio di
impresa
da Acqualatina
all’autorità
d’ambito. Così
oggi
la spa si trova nelle condizioni di non essere tenuta
ad
assicurare i livelli di sicurezza previsti dal piano, pur
continuando
a riscuotere la
tariffa
piena degli utenti. Ne
sono
scaturiti una conflittualità e un contenzioso giudiziario tra gestore e
comunità
locali
con diversi Comuni
che
si sono rifiutati di approvare la convenzione. Per gli
utenti
gli effetti sono: continui aumenti delle tariffe, a
fronte
di emergenze idriche e
sanitarie
come quelle dell’in -
quinamento
da arsenico».
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