LA
valanga di fango che ha travolto il gruppo Pdl della Regione
Lazio
non ha risparmiato le vesti
immacolate
- o presunte tali - di
molti
dirigenti del Pdl pontino.
La
prima ad essersi imbrattata è
quella
di Romolo Del Balzo. Tirato per la giacca dal’ex capogruppo Pdl alla Pisana
Franco
Fiorito
che ieri l’altro, davanti
agli
inquirenti, ha spiegato in che
modo
l’onorevole di Minturno
era
tra quelli più presenti
sull’estratto
conto del Pdl laziale.
In
particolare, Fiorito avrebbe
raccontato
agli uomini che per
otto
ore gli hanno chiesto conto
della
gestione dei fondi a disposizione del partito che Del Balzo
«ha
sistemato alla Regione i suoi
parenti».
Ma l’ex fedelissimo del
senatore
Claudio Fazzone è in
ottima
compagnia. Nelle voci del
registro
paga del Pdl della Pisana
figurano
infatti per il territorio
pontino
anche quelle che fanno
capo
a Stefano Galetto. Per carità, nessuna ruberia. Piuttosto un
modo
alternativo alle vacanze,
alle
automobili di lusso o alle
ostriche
e champagne per gravare
sulle
tasche dei contribuenti del
Lazio.
Perché sebbene non siano
suoi
parenti anche Galetto ha trovato il modo di crearsi in Regione
la
sua bella schiera di fidatissimi
collaboratori.
Così come hanno
fatto
altri esponenti di destra e di
centro
della provincia di Latina.
Abbiamo
già dato conto su queste colonne degli incarichi romani dell’ex assessore
provinciale
Bruno
Creo, dell’attuale assessore provinciale Enrico Tiero e del
presidente
del Coniglio comunale di Latina Nicola Calandrini.
Ma
a Roma, tra la Pisana e via
Cristoforo
Colombo, lavorano
anche
il figlio del capogruppo
Città
Nuove al Comune di Latina
Gianni
Chiarato, da mesi collaboratore dell’assessore Mariella
Zezza
e quello del consigliere
provinciale
del Pdl Vincenzino
Palumbo,
nello sfaff dell’asses -
sore
alla mobilità Francesco Lollobrigida. Così come la figlia del
presidente
del Consiglio provinciale Michele Forte e sorella
d
el l ’assessore regionale Aldo,
Sonia
Forte, da diverso tempo si
trova
a libro paga del vicepresidente della Regione Lazio Luciano Ciocchetti. Finita?
Macché.
Perché
chi non ha «creature» da
sistemare,
prova a giocarsi le carte per una candidatura in prima
persona.
E’ il caso questo del
capogruppo
Udc Mauro Anzalone, che ha lasciato di recente il
suo
impiego in terra pontina per
un
incarico più soddisfacente a
Roma,
sponda assessorato alle
politiche
sociali. Ma l’elenco è
lungo
e ancora pieno di sorprese.
Basterebbe
infatti dare un’oc -
chiata
alle liste dei candidati delle
ultime
amministrative del comune di Latina per capire come funzionano gli ingranaggi
della Regione quando vengono oliati in
un
certo modo. In particolare,
scorrendo
tra le mani l’elenco dei
candidati
della lista Città Nuove,
viene
spontaneo pensare che, tra
quelli
eletti in Comune, quelli a
cui
sono toccati incarichi esterni
e
i ripescati in Regione Lazio o in
piccoli
o grandi società satellite
della
Pisana, quelli effettivamente rimasti senza uno straccio di
poltrona
sono davvero in pochi.
Merito,
anche, dell’ex sindacalista pontino della Ugl Claudio
Durigon.
Cuore e anima della
lista
Polverini alla Regione, riuscito nell’impresa ardua di «balcanizzare» la
Regione Lazio con
una
carovana di persone di sua
fiducia.
Roba che nemmeno
Claudio
Fazzone ai tempi d’oro.
Quelli,
cioè, della presidenza del
Consiglio
regionale.
LE
AC CUSE A DEL BALZO
E
alla fine Franco Fiorito ha tirato in
ballo
anche lui, Romolo Del Balzo,
il
consigliere regionale di Minturno
del
gruppo del Pdl. «Spesso - ha
detto
l’ex capogruppo di Anagni che
si
sta difendendo dalle accuse di
peculato
scaricando parte delle responsabilità anche sugli altri colleghi del partito -
Del Balzo si presentava da me per battere cassa perché
ne
aveva bisogno oppure presentava
le
ricevute per rimborsi carburante
per
un costo complessivo di ottomila
euro».
La scorsa settimana sempre
Fiorito
aveva ribadito che Del Balzo
era
tra i consiglieri e gli assessori che
avevano
fatto assumere amici e parenti in Regione, poiché nel gruppo
del
Pdl alla Pisana lavorano la nipote
e
la moglie di Del Balzo. Il quale ha
puntualizzato
subito dopo che le due
donne
hanno presentato regolare domanda e lui non ha seguito né «spinto» la pratica;
circa i soldi sempre
Del
Balzo afferma di non aver mai
presentato
domande di rimborso per
la
benzina e solo una volta ha chiesto
3000
euro in contanti; il resto delle
somme
attribuite sarebbero state rendicontante «regolarmente» come
spese
per il «rapporto con gli elettori».
Per
Romolo Del Balzo però, inevitabilmente, queste accuse hanno un
sapore
diverso. Il consigliere è infatti
già
imputato nel processo per la
truffa
dei rifiuti perpetrata da Ego
Eco
e da funzionari del Comune di
Minturno
in danno della sua città. E
ancora
prima era stato indagato per
abuso
in relazione alle intercettazioni nell’inchiesta sulla mafia a Fondi
che
lo vedevano al centro di raccomandazioni per le prove del concorso da
infermiere. Lo scandalo dei
fondi
del gruppo Pdl va comunque
oltre
e tocca il nervo sempre scoperto
dei
rapporti interni al partito, tra ex
An
ed ex Forza Italia. In teoria per i
secondi
dovrebbe essere una sorta di
resa
dei conti, visto che il principale
artefice
dello scandalo sulla gestione
del
conto bancario è un uomo di An,
anzi
un «fascistone» come si definisce lo stesso Fiorito. Quest’ultimo
prima
di Del Balzo aveva fatto il
nome
di un altro consigliere
regionale
di
Latina,
Stefano Galetto,
che
viene dalla corrente di
Alleanza
Nazionale. E’
possibile
che
lo
scandalo in
atto
ridefinisca in tempi
a b b
a s t a n z
a
stretti
il rapporto di forza
tra
due anime
c
h e h a n n o
sempre
convissuto per
forza
e per diktat nazionale
nelle
giunte
locali
e negli
enti
derivati.
In
questi ultimi anni si sono viste epurazioni e mess a g
g i
tra
sversa li,
pure
qualche
punizione
grave come quella toccata all’ex sindaco di Latina,
Zaccheo,
cacciato, appunto, dagli
uomini
di Forza Italia. Tutto sommato ciò che si vede in queste ore era
nell’aria,
sia in termini «finanziari»
che
politici.
DA LATINA OGGI DEL 22.9.12
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