«E’
giunta l'ora di chiudere non
solo
la XVII comunità montana, ma di procedere speditamente verso la chiusura di
tutte
e
ventidue le comunità montane della regione Lazio, fatta
salva
la sacrosanta tutela dei
posti
di lavoro dei dipendenti,
che
non vanno abbandonati al
loro
destino, ma messi in condizione di valorizzare la professionalità acquisita
negli anni». E’ questo l’appello lanciato dal segretario del circolo di
Rifondazione
Comunista di
Formia,
Gennaro Varriale, che
riapre
una questione che aveva
già
diviso le forze politiche
l’anno
scorso tra coloro che si
erano
dette favorevoli e quelle
contrari.
A riaccendere il dibattito e soprattutto ad avanzare il sollecito affinché
venga
soppresso
l’ente montano è il
Prc,
pronto a denunciare sprechi da parte della provincia di
Latina
e della XVII comunità
montana
dei Monti Aurunci.
«Parliamo
dei 14mila euro
stanziati
dalla provincia guidata dal presidente Cusani per la
la
pubblicazione del volume
‘La
Via dell'Olio in Terra Aurunca’. Nulla si sa di più sulla
richiesta
di finanziamento che
sarebbe
pervenuta dalla comunità montana. Consultando il
sito
della Comunità montana
abbiamo
scoperto che l'ente
montano
è dotato di un consiglio composto da 21 consiglieri (rappresentanti dei vari
comuni che fanno parte dell’ente,
che
dovrebbero sedere anche
in
consiglio comunale. Alcuni
però
non lo sono più ndr) e
Nicola
Riccardelli, quest'ultimo nominato anche presidente, e da una giunta che, oltre
al
presidente
medesimo, comprende anche un vicepresidente e tre consiglieri, di cui uno è
l'attuale
sindaco di Castelforte». Quello che risulta grave
per
Rifondazione comunista è
il
fatto che non sarebbe possibile conoscere il costo della
parte
burocratica, nè conoscere
il
bilancio dell'ente, né gli
emolumenti
che percepiscono
gli
incaricati. «Ci viene impedito di conoscere quanto costa
alla
collettività l'esistenza in
vita
di un ente che sarebbe
dovuto
essere solo un vecchio
ricordo,
perché considerato un
ente
inutile anche dalla stessa
regione
Lazio». Il Prc al riguardo ricorda infatti che nel marzo
del
2012, la Commissione Affari istituzionali aveva messo
all’ordine
del giorno la proposta di legge di iniziativa della
giunta
regionale, concernente
proprio
la soppressione delle
Comunità
montane e nell’esta -
te
del 2010 la Polverini lo presentò come uno dei primi provvedimenti tesi
all’eliminazio -
ne
degli enti superflui.
«Peccato
che alle parole non
seguano
mai i fatti, tant'è che la
vita
della XVII Comunità
montana
è proseguita senza
come
se nulla fosse. Apprendiamo, ad esempio, del bando
di
gara per l'affidamento ad un
privato
della gestione del rifugio montano denominato
«Pornito-Redentore»
in omonima località della frazione
collinare
di Maranola nel Comune di Formia, pubblicato
nell'aprile
del 2012 sull'albo
pretorio
online della comunità
montana
e di cui non abbiamo
potuto
conoscere l'esito».
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