PROVE
tecniche di un addio
più
volte annunciato ma adesso più possibile che mai. Alla
fine
doveva succedere: il matrimonio tra Pdl e Udc in provincia di Latina è finito.
Oggi
quasi
scontato l’annuncio del
segretario
provinciale Michele Forte nel corso della conferenza stampa che si terrà
nel
primo pomeriggio e
alla
quale parteciperà il
commissario
regionale,
Antonio
Saccone, e forse qualche nome noto
del
panorama locale appena passato con l’Udc,
tipo
Marco Gatto (candidato sindaco al Comune di
Latina
nelle passate amministrative con una civica di
centrodestra)
e Bruno Creo,
già
An poi transitato per un
po’
dentro il Pdl. L’Udc dunque è arrivata ad un bivio e
sta
per svoltare a sinistra, cioè
sta
per abbracciare la causa del
Partito
Democratico. Non è
una
scelta facile da spiegare
all’elettorato
cattolico ma soprattutto è una frattura fragorosa con un alleato granitico
qual
è stato il Pdl (e prima
ancora
Forza Italia e Alleanza
Nazionale).
Diciamo che se
oggi
Michele Forte rompe con
gli
alleati di destra esplode e si
disintegra
per sempre il «laboratorio-Latina» come infelicemente fu battezzato da
Gianfranco Fini il governo moderato della seconda Repubblica
inaugurato,
appunto, in questa
provincia.
Per diciotto lunghissimi anni l’attuale segretario dell’Udc, nonché sindaco di
una delle città più importanti della provincia, Formia,
ha
amministrato insieme agli
uomini
di An e Forza Italia e
ha
controllato con loro tutto il
potere
che c’era in circolazione. Un sodalizio inespugnabile, cattivo per alcuni
aspetti.
L’asse
di centrodestra ha preso tutto da questa provincia e,
obiettivamente,
ha dato molto
poco;
ha governato la società
dell’acqua,
quelle dei rifiuti, le
consulenze,
i concorsi, gli appalti, i porti, le assunzioni, le
candidature
ai consigli comunali, quelle dei sindaci, quelle
per
la Regione, per il Parlamento, le Giunte, gli assessorati, le aziende speciali,
le comunità montane, i consorzi
industriali,
i contributi per lo
sport,
quelli per i servizi sociali, gli investimenti sugli ospedali... e si potrebbe
continuare
all
’infinito. Ecco, è esattamente questo blocco di potere
che
si sta sgretolando e oggi
pomeriggio
si potrebbe cominciare a raccogliere la prima quota di polvere e calcinacci del
castello incantato
abitato
senza paura e senza
contrasti
da Michele Forte insieme a Claudio Fazzone e
Armando
Cusani, i veri latifondisti delle preferenze in
provincia
di Latina. Pensare
che
un partito così, allegramente e senza fare grinze, possa passare dall’altra
parte, con
il
Pd, è una piroetta difficile
persino
da immaginare. Eppure è vera. Il centro-destra governa ancora pezzi di
amministrazione locale, il capoluogo
e
la Provincia sono tra questi.
E’
possibile che dopo il divorzio politico si vada incontro a
qualche
crisi nelle giunte. Intanto è ormai sicuro che gli
assessori
Udc, compreso il figlio del segretario provinciale,
ossia
Aldo Forte, abbandoneranno l’esecutivo regionale
della
Polverini, decisione già
presa
ma che formalmente dovrà essere avallata dall’assem -
blea
degli iscritti che si tiene
questa
sera al Park Hotel. Il
resto
è una favola senza lieto
fine,
il «buon governo» della
destra
e tutta la sua filiera che
partiva
da Latina sono finiti in
un
paragrafo piccolo piccolo.
Nessuno
rimpiangerà la strana
coppia
Pdl-Udc.
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