C’è
ora un’inchiesta sulle spese pazze del gruppo regionale
del
Pdl. L’inchiesta, condotta
dalla
Procura di Roma, nasce
dagli
atti d’accusa del consigliere Franco Fiorito, a sua volta arrestato per
peculato con
l’accusa
di aver distratto per
fini
personali 1 milione e 357
mila
euro.
In
pratica, il procuratore Giuseppe Pignatone ha deciso di
stralciare
questo filone da quello principale che riguarda proprio l’ex sindaco di Anagni.
E
dunque
i magistrati ora indagano per trovare riscontri alle dichiarazioni di Fiorito
sulle spese dei suoi colleghi di partito.
L’ipotesi,
che il procuratore
aggiunto
Francesco Caporale e
il
sostituto Alberto Pioletti intendono verificare, è che qualcuno possa avere
presentato
fatture
gonfiate o altri giustificativi fittizi a fronte di prestazioni in tutto o in
parte inesistenti. Ai raggi X finiscono
allora
convention, cene, ma anche regali.
«La
mia destituzione da capogruppo - mette a verbale il 19
settembre
scorso Fiorito -nasce
dalla
intenzione di regolarizzare alcune spese che mi sembravano fuori controllo». In
quell’occasione
l'ex capogruppo consegnò ai pm 16 cartelline, una per ognuno dei consiglieri
Pdl, con le spese degli
ultimi
due anni. «Ho il sospetto
-
spiegò Fiorito - che alcune
fatture
allegate per il rimborso
siano
relative ad operazioni
inesistenti
o effettuate per importi inferiori a quanto pagato».
Diversi
i rimborsi segnalati da
Fiorito
come sospetti, da quelli
a
società di comunicazione a
quelli
a società sportive inesistenti, ma anche ad associazioni politiche. Tutte spese
(di cui
i
diretti interessati rivendicano
la
regolarità) su cui da tempo
sono
in corso accertamenti.
Intanto,
ieri si è appreso della
richiesta
di archiviazione di
un’altra
indagine condotta
sempre
dalla Procura di Roma
e
che ha portato all’iscrizione
nel
registro degli indagati il
presidente
della Regione Lazio, Renata Polverini, e l’asses -
sore
al Bilancio, Stefano Cetica. I due sono accusati di abuso
d’ufficio
in un filone dell’in -
chiesta
relativa a turbativa
d’asta
per alcuni appalti pubblici. Nel procedimento principale è indagato l’ex
presidente
di
Ama Franco Panzironi. Il
filone
che coinvolge Polverini
e
Cetica riguarda appalti nel
settore
della sanità. Nel richiedere l’archiviazione, secondo
quanto
si apprende dalle agenzie di stampa, la Procura ritiene
che
ove vi fossero irregolarità
su
quel tipo di fornitura, avrebbero profili civilistici e amministrativi, non
penali. La vicenda risale al 2010 e riguarda un
appalto
dal valore di 14 milioni
di
euro. Un appalto, sospetta il
pm
Paolo Ielo, nel quale sarebbe stata favorita una ditta vicina proprio a
Panzironi, all'epoca ad di Ama. La gara al centro
dell’indagine
era stata aggiudicata nel novembre 2010 “per il
servizio
di noleggio, lavaggio,
manutenzione,
fornitura, logistica e vestiario per il personale
del
gruppo Ama per un periodo
di
48 mesi”.
L’indagine
vede indagati anche tre imprenditori che devono rispondere in concorso del
reato
di turbativa d’asta. Il 18
ottobre
scorso erano state effettuate perquisizioni nelle sedi
della
società Roma Multiservizi e dell’Ama.
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