L’UFFICIO
del giudice di pace deve rimanere a Minturno,
che,
in pratica si sobbarcherà le
spese
per il suo mantenimento.
Lo
ha stabilito il consiglio comunale di Minturno, convocato appositamente dal
presidente del consiglio Gianni Izzo.
Una
posizione che è stata condivisa da tutta l’assise, anche se
con
qualche distinguo da parte
dei
consiglieri di minoranza
Maurizio
Faticoni e Gerardo
Stefanelli,
che comunque hanno dato il loro ok. La seduta era
stata
convocata proprio perchè
l’Amministrazione
non intende perdere l’ufficio e non a
caso,
Minturno, non ha firmato
il
protocollo d’intesa di mantenimento dell’ufficio del giudice di pace di Gaeta.
Ad illustrare le motivazioni della decisione adottata è stato Mino
Bembo,
consigliere comunale
che
ha seguito tutta la vicenda
quale
delegato del sindaco
Paolo
Graziano e per conto del
Comune
di Minturno. «La necessità di mantenere l’ufficio -
ha
detto Mino Bembo - è
determinata
da una serie di elementi. A parte l’im p or ta nz a
che
riveste per la collettività e
la
tradizione che vanta, il carico di lavoro dell’ufficio è pari a
circa
29mila cause iscritte al
ruolo,
tenuto conto dell’indice
delle
sopravvenienze, pari a
circa
4mila nuovi procedimenti l’anno. I procedimenti penali
sono
pari a 200 circa e va detto
che
parte dei costi sono già
sostenuti
dall’Amministrazio -
ne».
Prima dell’intervento in
consiglio
di Mino Bembo, aveva introdotto l’argomento il
sindaco
Paolo Graziano, il quale aveva confermato la volontà
de
ll ’Amministrazione da lui
guidata
di voler salvaguardare
uno
dei pochi uffici rimasti sul
territorio.
Un impegno che graverà economicamente sul Comune che metterà a disposizione il
personale amministrativo
che
opererà all’interno dell’uf -
ficio;
personale che potrà contare su corsi di formazione appositamente organizzati
dal
Ministero
competente, che si
assumerebbe
soltanto i costi
dei
due giudici di pace operanti. Già sono diversi gli impiegati che hanno dato il
loro ok a
trasferirsi
negli uffici di via
Luigi
Cadorna, dopo essere
stati
interpellati. I sindaci dei
Comuni
vicini di Castelforte,
Santi
Cosma e Damiano e Spigno Saturnia, hanno espresso
l’unanime
volontà di appoggiare l’iniziativa tesa alla permanenza dell’ufficio del
giudice di pace, pur se non hanno
potuto
assicurare il sostegno
economico
che, quindi, graverà tutto sulle casse del Municipio di Minturno. Proprio nei
giorni
scorsi è stata fatta una
disamina
dei costi, al termine
della
quale è stato stabilito che
i
costi di gestione della struttura e del personale erano sostenibili.
Attualmente presso l’uf -
ficio
di Minturno, situato nella
palazzina
della ex pretura, operano i giudici di pace Lucia
Sorrentino
e Pietro Fusaro. Va
ricordato
che il Comune di
Minturno,
da tempo, si era adoperato in merito, già quando
era
guidato dall’ex commissario prefettizio Vincenzo Greco,
su
sollecitazione dell’ex consigliere comunale Pino D'Amici.
Anzi
gli ex capigruppo della
giunta
Galasso (Mario Ruberto, Bruno Picano, Pino D’Ami -
ci,
Mimma Nuzzo, Livio Pentimalli, Giuseppe Tomao,
Gianni
Izzo, il sub commissario Marcello Zottola e il segretario comunale Maurizio
Colacicco) nel febbraio scorso, sott o s c r i s s e r o a n c h e
u n
documento
nel quale si dichiaravano tutti concordi nel voler
mantenere
l’ufficio del giudice
di
pace a Minturno. Una volontà ribadita anche l’altra sera dal
consiglio
comunale, convocato
solo
per discutere sull’argo -
mento
relativo al mantenimento dell’ufficio. Il documento
ora
sarà inviato al Ministero
competente,
con la relativa richiesta di mantenimento
dell’ufficio,
corredata dall’ob -
bligo
di assumere le spese relative al funzionamento e all’ero -
gazione
del servizio giustizia
nella
relativa sede. Alla seduta
dell’altra
sera erano presente
l’intero
consiglio comunale,
fatta
eccezione per il consigliere Vincenzo Fedele, impossibilitato a partecipare per
motivi
di
lavoro. E la presenza di tutti
gli
altri consiglieri dimostra
l’alto
senso di responsabilità
dei
componenti dell’assise civica di Minturno.
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