GLI
oltre ottanta lavoratori rimasti fuori dalla cooperativa Manucoop che, a breve,
dovrebbe ottenere il fitto del ramo di azienda e
riprendere
l'attività alla Evotape
di
Santi Cosma e Damiano si
sentono
«scaricati». A tal proposito hanno proposto un incontro
per
sabato prossimo con i sindaci
dei
Comuni di Castelforte e Santi
Cosma
e Damiano e i sindacati,
per
discutere sulla questione che
non
li vede coinvolti nella ripresa
dell'attività,
poichè non hanno
aderito
alla costituzione della
Manucoop,
la cooperativa composta dagli altri 52 lavoratori che
hanno
voluto tentare di continuare l'attività. Ora gli 80 lavoratori
«fuori»
dal progetto di riavvio,
pur
apprezzando la volontà dei
colleghi,
hanno rimarcato che sono stati tanti i motivi della manacta adesione alla
Manucoop. «Ci
viene
da pensare - hanno scritto in
una
nota - perchè circa un anno fa,
su
proposta del sindacato ‘loca -
le’,
tutti i lavoratori, con infinità
solidarietà,
hanno rinunciato ad
un
fitto di ramo d'azienda, proposta dall'allora proprietario dottor
Helmann
e dall'amministratore
ingegner
Gaetano, per tutelare sul
piano
occupazionale tutti i lavoratori del sito. La proposta avrebbe dato lavoro a
circa settanta
lavoratori
e sostenuto, con l'ausilio degli ammortizzatori sociali,
chi
nel frattempo
sarebbe
rimasto
in
attesa di un
eventuale
chiamata al lavoro. Il
fallimento
‘a nnunciato’ sareb -
be
stato scomgiurato e, oggi molte famiglie
della
ex Evotape non vivrebbero
una
situazione coì angosciante.
Ci
siamo ritrovati nel baratro, nonostante, tutti abbiano dimostrato
coerenza,
attaccamento al lavoro
e
in particolar modo allo stabilimento Evotape. Era una linea comune a tutti i
lavoratori che con
l'accordo
‘proposta’ dei delegati
sindacali
e sottoposto alle forze
politiche,
avremmo intrapreso la
lotta
senza nessun compromesso
e
senza nessun ipotetico spezzettamento della forza lavoro (maestranze). Lo
scenario è cambiato
in
modo così repentino, che viene
da
chiederci a tutti, se esistono
ancora
per la ex, ormai, Evotape
le
rappresentanze sindacali che
molto
possono ancora fare per
tutti
i lavoratori. In fondo questo
è
il motivo per il quale erano stati
delegati
dalle maestranze, in ultima sede circa, o purtroppo, per
varie
vicissitudini oltre dieci anni
fa.
Il punto fermo di un lavoratore, in qualsiasi situazione si trovi,
è
il sindacato, che tutti sappiamo
si
assume l'obbligo di tutelare i
lavoratori.
Questo è quello in cui
noi
abbiamo sempre creduto».
Gli
80 ex Evotape, poi hanno
posto
una serie di domande.
«Vorremo
sapere - hanno scritto -
se
è stata chiesta, per esempio, la
cassa
integrazione per tutti i lavoratori ex Evotape, da chi ne aveva
facoltà
e se è stata usata la logica
morale
dell'equità. Il lavoro, la
sua
importanza, la sua essenza, è
sancita
dalla nostra Costituzione,
e
sappiamo tutti che è l'uomo,
inteso
come componente fondamentale della nostra società, come principio inalienabile
e sempre da considerare, tutelare e difendere. Ci chiediamo ora da chi?
Restiamo
sbalorditi quando leggiamo che il lavoro c'è, quello che
facevamo
in 132, ma questa volta
è
per pochi e non ci sappiamo
dare
una ragione. Qualche cosa
non
torna nei nostri pensieri.
Quello
dei nastri adesivi era a
detta
di tutti un settore dato per
‘morto’.
Il sito di Santi Cosma e
Damiano
era troppo dispendioso
e
obsoleto, ora invece, risulta
molto
disponibile e molto conveniente, per cosa? Siamo sicuri -
conclude
il documento degli 80
lavoratori-
che i vari rappresentanti politici e sindacali, sia locali
che
provinciali o regionali, nonostante il momento economico
drammatico
che sta vivendo la
nostra
provincia e l'intera nazione, saranno garanti della nostra
situazione
lavorativa e capaci di
rendere
la realtà più chiara e interpretabile».
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