DURANTE
le operazioni di
decommissioning
della centrale nucleare del Garigliano
saranno
utilizzati dei rivelatori di radiazioni ad alta tecnologia. Lo hanno annunciato
ieri l’amministratore
delegato
della Sogin, Giuseppe Nucci, e il presidente
dell’Infn
(Istituto Nazionale
di
Fisica Nucleare) Fernando Ferroni, i quali hanno
sottoscritto
un accordo di
collaborazione
per lo svolgimento di attività nell’am -
bito
del decommissioning e
della
gestione e messa in
sicurezza
dei rifiuti radioattivi e per lo sviluppo di
attività
di cooperazione con
Enti
e Istituzioni internazionali. Nell’ambito della collaborazione, di durata
biennale, è stato definito un prim o p
r o g e t t o p e r l a
realizzazione
di un sistema
tecnologico
per il monitoraggio in tempo reale dei
rifiuti
radioattivi, tramite la
tecnica
Dmnr (Detector Mesh for Nuclear Repositories), che consentirà una
nuova
metodologia nella gestione dei rifiuti radioattivi.
In
particolare, questo progetto prevede una fase sperimentale che vedrà coinvolti
i
laboratori del sud dell’Infn
e
la centrale Garigliano di
Sogin,
per la realizzazione
di
rivelatori di radiazioni ad
alta
tecnologia. L’Infn, che
conta
circa 3500 scienziati
tra
dipendenti e associati
universitari
specializzati nel
campo
della fisica nucleare,
ha
sviluppato negli ultimi
due
anni i prototipi di questi
rivelatori,
nell’ambito del
progetto
strategico InfnEnergia. Si tratta di una rete
di
fibre scintillanti in plastica che, colpite da radiazione
gamma,
producono una luce
che
viene letta da fotomoltiplicatori al silicio, posti alle
due
estremità delle fibre. Il
segnale
viene digitalizzato e
inviato
ad un calcolatore.
«L’accordo
– ha affermato
l’amministratore
delegato di
Sogin,
Giuseppe Nucci –
conferma
l’impegno di Sogin nel promuovere e sostenere, sia a livello nazionale
che
internazionale, l’inno -
vazione
tecnologica nel
campo
del decommissioning e della gestione dei
rifiuti
radioattivi per migliorare continuamente l’effi -
cienza
e l’efficacia delle nostre attività. Quest’accordo
–
ha spiegato Nucci – rientra
fra
gli strumenti che abbiamo attivato e sviluppando
collaborazioni
nella più
grande
bonifica ambientale
della
storia del nostro Paese;
tutto
ciò con l’obiettivo di
garantire
la sicurezza dei
cittadini
e la salvaguardia
del
l’ambiente». «Questa
collaborazione
– ha aggiunto il presidente dell’Infn,
Fernando
Ferroni - dimostra
come
attivando nel modo
migliore
le competenze reciproche di parti diverse si
possano
raggiungere risultati importanti per migliorare la qualità della vita a
partire
dagli sviluppi tecnologici motivati dalla scienza
di
base».
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