CHE
avrebbero trovato il sistema per dare sfogo al proprio
malessere
era chiaro a tutti, da
tempo.
Si trattava soltanto di
capire
come sarebbe successo.
E
quando. Risposte arrivate
puntuali
martedì mattina, quando in Provincia ha cominciato a
circolare
una bozza di documento che presto avrebbe raccolto le firme di quasi tutti gli
esponenti
del gruppo Pdl di via
Costa.
E’ la lettera inviata dai
pidiellini
della Provincia di Latina a Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, presidente e
segretario nazionale del Pdl, perché
facciano
propria in Parlamento
la
battaglia che arriva da questo
territorio.
E che racconta di una
maggioranza
assolutamente
contraria
al decreto legge sul
riordino
delle Province che porterà gradualmente, a partire dal
prossimo
gennaio, alla scomparsa, pardon, alla fusione del
territorio
pontino con quello
ciociaro.
«Non si cancellano
con
un tratto di penna decenni di
storia
e identità di un territorio»
è
in buona sostanza il contenuto
di
questo documento, e soprat
tempi
una posizione all’interno
del
gruppo che potremmo definire da «separato in casa». Ma
oltre
alla sua, in calce al documento di protesta contro il taglio delle Province
mancano
anche
le firme dei consiglieri
Silvano
Spagnoli e Vincenzino
Palumbo.
Entrambi del gruppo
che
fa capo al deputato romano
Fabio
Rampelli, evidentemente
i
due vorranno discutere la propria posizione con l’altro rampelliano doc del
territorio pontino, il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi. Ma non è escluso
che
già questa mattina, nel corso della riunione di gruppo in
programma
alle 10.30 presso la
segreteria
del Pdl di via Costa,
arriverà
anche il loro sostegno a
questa
iniziativa.
Chi
però nel frattempo tenta
anche
la via personale per salvare il salvabile è il vice di Armando Cusani,
Salvatore De Monaco. Complice forse l’amicizia
che
lega i due ex aennini, De
Monaco
si è rivolto al senatore
Pdl
dandogli del «tu». Ma l’as -
setto
e i toni sono quelli da
guerra.
Sentite.
«L’analisi
sull’incostituziona -
lità
e contrarietà alle vigenti
norme
di legge all’indomani del
citato
provvedimento (si parla
di
quello che prevede, appunto,
tutto
«non si applica senza averlo minimamente concordato
modi
e tempi con i territorio
interessati».
Se dal Pdl nazionale non si metteranno in atto alla
Camera
e al Senatp procedure
tese
a disinnescare la portata dei
provvedimenti
già votati dal
Governo
Monti, qui a Latina c’è
un
mucchio di tessere Pdl pronte per tornare alla sede nazionale del partito di
via dell’Umiltà.
Pronti
a questo sacrifico travestito da gesto di protesta, sarebbero come detto quasi
tutti i
consiglieri
e tutti gli assessori
del
gruppo pidielle di via Costa.
Il
primo a firmare, manco a
dirlo,
il presidente della Provincia Armando Cusani. Dopo di
lui
hanno firmato i componenti
della
sua giunta, dal vicepresidente Salvatore De Monaco agli
assessori
Fabio Bianchi, Enrico
Tiero,
Fabio Martellucci, Giuseppe Schiboni, Fulvia Frallicciardi e Domenico Capitani.
Dai
banchi del Consiglio, invece, qualche assenza di troppo.
Come
quella dell’ex sindaco di
Fondi
Luigi Parisella. Il quale
pare
abbia assunto negli ultimi
la
soppressione di molte province e la cancellazione delle giunte a partire da
gennaio prossimo, ndr) che ridimensiona l’as -
setto
provinciale italiano -
scrive
De Monaco - appaiono
ormai
ridondanti e scontate, atteso che nemmeno le numerose
battaglie
in itinere, condotte
nelle
opportune sedi giudiziarie
sono
valse ad arrestare la schizofrenia normativa del Governo
che
con il ricorso alla decretazione d’urgenza ha avviato un
perverso
meccanismo di abolizione delle istituzioni e poteri
della
Repubblica Italiana, svilendo primo tra tutti il Parlamento della sua funzione
e vocazione specifica legislativa». E
ancora.
«Le Province cadute
sotto
la scure dell’E secut ivo
hanno
aperto la strada ai famosi
tagli
dei costi della spesa pubblica imposti dall’Ue, eppure la
personale
battaglia condotta dal
Ministro
della funzione pubblica contro gli enti provinciali,
rischia
di tradursi in una sterile
e
più che mai inopportuna scelta
la
cui unica conseguenza, è bene ribadire, non sarà certo la
quadratura
dei conti pubblici,
come
dallo stesso implicitamente asserito, ma unicamente
il
sempre maggiore distacco ed
abbandono
dell’amministrazio -
ne
capillare dalle tematiche e
problematiche
territoriali locali». In fondo, aggiunge il vice di
Armando
Cusani, «i reali sprechi parlamentari e regionali, di
tutta
evidenza nell’op i n i o n e
pubblica,
non sono stati in alcun
modo
arginati dall’attuale Governo che con il proprio contegno del tutto cieco ed
ostinato
ha
inteso riversare le altrui responsabilità sulle Province, ed
in
particolare sulle sue Giunte».
Da
qui l’invito a Gasparri perché, dal canto suo, si faccia
promotore
di «una ferma e decisa presa presa di posizione sul punto».
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