CON
il congelamento dei tagli alle amministrazioni provinciali potranno tirare un
sospiro
di sollievo anche i prefetti e i
questori
di molte province d’Italia. Le
disposizioni
votate ieri mattina in commissione bilancio del Senato sono state
estese
infatti anche alle prefetture e alle
questure
del Paese. Del resto, dal momento che la gran parte delle prefetture e delle
questure
hanno sede nei locali di proprietà delle amministrazioni provinciali, l’ac -
corpamento
delle Province avrebbe rischiato di creare un effetto a catena anche
su
queste importanti realtà territoriali.
Ma
tutto sarà rinviato al 31 dicembre
2013,
quando al Senato riprenderà il
decreto
lecce che ieri ha subito questa
battuta
d’a r re s t o .
LA
buona notizia, per il
presidente
della Provincia
Armando
Cusani, è che potrà finire il suo mandato
alla
guida di via Costa senza che nessun premier decida per lui quando staccare la
spina. Una consolazione per l’esponente Pdl
che
insieme al coordinatore provinciale del Popolo
della
Libertà Claudio Fazzone si è battuto a suon di
emendamenti
perché il suo
«disegno»
arrivasse a compimento senza intoppi. Meno per chi, nella cancellazione delle
giunte e nella
trasformazione
delle Province in semplici uffici di
corrispondenza
delle Regioni - organi svuotati cioè
da
imbuti di natura politica
-
intravedeva una qualche
forma
di contenimento dei
costi
per le casse pubbliche. Ebbene, si mettano
pure
l’anima in pace. Perché ieri la commissione bilancio del Senato ha approvato un
emendamento dei
relatori
al ddl stabilità che
prevede
di sospendere per
dodici
mesi le misure della
legge
«Salva-Italia» sul
trasferimento,
entro il 31
dicembre
2012, delle funzioni delle amministrazioni provinciali a Regioni e
Comuni.
E’ stato dunque
congelato
di un anno il
riordino
delle Province che
tanto
ha animato in questi
mesi
il dibattito politico.
Specie
in terra pontina, dove si è registrato un fuoco
di
fila bipartisan contro il
Governo.
Ritenuto da destra e sinistra colpevole di
voler
sopprimere - mediante un provvedimento ritenuto incostituzionale - un
organo
vitale per gli inte
ressi
delle realtà locali. Anche in via Costa, dunque,
resteranno
tutti ai loro posti. A meno di quindici
giorni
dalla paventata fine
del
mandato, tutti gli amministratori provinciali,
dal
vicepresidente Salvatore De Monaco all’ultima
arrivata
Fulvia Frallicciardi, potranno tirare un sospiro di sollievo. Ma anche per
Armando
Cusani quella
che
arriva dal Senato non è
una
cattiva notizia. Stando
infatti
alle misure contenute nel decreto voluto dal
ministro
Patroni Griffi, il
2013
sarebbe stato per il
presidente
un anno da dimenticare. Privata delle sue
funzioni
politiche, Cusani
si
sarebbe limitato alla ordinaria amministrazione,
per
di più stretto nei rigidi
parametri
imposti dal regime di commissariamento
coatto
cui anche lui avrebbe dovuto rifarsi. Fino alla
chiusura
fissata al gennaio
2014.
Una data a cui, complice la caduta del governo
Monti,
Cusani arriverà nel
pieno
delle sue forze e con
una
manciata di mesi appena da sacrificare sull’altare
del
contenimento della
spesa
pubblica. Meglio di
così,
non poteva andargli.
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