SI
abbatte o non si abbatte la
chiesa
di Sant'Antonio di
Campomaggiore
di Santi Cosma e Damiano, per la quale la
Provincia
ha stanziato oltre
centomila
euro, mentre la CEI
e
i fedeli (per
una
percentuale del 25%)
p
rovve de re bbero alla sua ric os t ru zi o ne ?
L
'i nt er r ogat ivo
è
più che mai
attuale,
dopo le
ultime
vicende
e
dopo le contestazioni alla
de
mo liz io ne
espresse
da una
parte
dei cittadini, tra i quali
l'avvocato
Cosmo Damiano Pontecorvo.
L'ultima
novità è rappresentata da una lettera inviata dalla
dirigente
della Provincia di
Latina,
Patrizia Guadagnino,
al
sindaco Vincenzo Di Siena
e
al parroco Giuseppe D'Agostino, nella quale si fa riferi
mento
al protocollo d'intesa
sottoscritto
dal primo cittadino di Santi Cosma e Damiano
e
dal presidente della Provincia Armando Cusani «finalizzato al riconoscimento di
un
contributo
per l'intervento dell'abbattimento della chiesa di
S.Antonio».
Il 7 novembre
scorso
il parroco Giuseppe
D'Agostino
ha chiesto alla
Provincia
che gli fosse concessa la possibilità di rendicontare le spese sostenute e gli
stati
di avanzamento dei lavori
e
conseguentemente di ottenere direttamente la liquidazione
di
quanto stanziato». La lettera dell'ente di via Costa prosegue rimarcando che
non essendo giunta a tutt'oggi al settore delle politiche sociali e
cultura
della Provincia documentazione relativa all'inizio
dei
lavori, la stessa Amministrazione provinciale condivide espressamente quanto
rappresentato e chiesto dal parroco e ne accoglie l'istanza. La
lettera
ha provocato l'immediata reazione dei cittadini
contrari
all'abbattimento, che
attraverso
una raccomandata
inviata
il primo dicembre
scorso
alla stessa responsabile
del
settore della Provincia,
hanno
ribadito che la demolizione non si può fare perchè
esiste
una diffida dei vigili del
fuoco
di Latina del 21 luglio
2011,
nella quale si invita il
Comune,
la Regione, la Prefettura, il titolare della chiesa e
gli
altri uffici della Curia a
provvedere
all ' es e c u z io n e
dei
lavori di assicurazione e
di
riparazione
che
il caso richiede. «Questo -dice l'avvocato Pontec o r v o -
dimostra
che la
chiesa
non va
abbattuta.
Inoltre i beni immobili della parrocchia sono di
proprietà
dell'ente laico e le
loro
vicende non possono es
sere
determinate nè dal sindaco, nè dal vescovo, nè dal
parroco.
Si tratta di demolizione e distruzione di beni soggetti alla tutela dello
Stato».
Nella
stessa nota sono stati
invitati
il sindaco e il presidente della Provincia a revocare il
protocollo
d'intesa, non supportato dai requisiti di necessità, logicità e giuridicità.
«Tutto il dossier -ha
concluso
l'avv.
P
on te c or vo -
sarà
inviato al
cardinale
Giovani Bagnasco, presidente
della
CEI, al
cardinal
Casado, presidente
della
commissione per la disciplina del Vaticano e alla
Corte
dei Conti per quanto di
loro
competenza»
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