Un capannone della
V.T.M., stabilimento
di Minturno dove si
realizzano pezzi per
veicoli Fiat, è stato distrutto da un violento
incendio, scoppiato
per un corto circuito.
Il rogo ha devastato
l’impianto verniciatura e l’edificio, provocando danni per
circa 500mila euro.
UN
incendio di vaste proporzioni ha devastato ieri mattina
il
capannone della ex I.VER
in
via Parchi Ausente a Minturno. Lo stabilimento, da oltre due anni denominato
V.T.M.
perchè rilevato dall'omonima società del nord Italia, si occupa di produzione
di
pezzi
di ricambio (paraurti ed
altri
materiali) per la Fiat.
L'attività,
in occasione delle
festività
natalizie, era momentaneamente ferma e ieri
mattina
una quindicina dei 34
operai,
erano impegnati nella
manutenzione
dei macchinari
e
dell'impianto. Intorno alle
10.30,
dalla parte posteriore
dell'impianto
verniciatura è
scoppiata
un incendio che, in
brevissimo
tempo, ha avvolto
tutta
la parte destra del capannone, al cui interno c'erano
apparecchiature,
diluenti, vernici e materiale chimico. Il
fuoco
si è rapidamente sviluppato, favorito anche dal materiale infiammabile presente
all'interno
dell'area, in gran
parte
devastata dal fuoco. Gli
operai
in servizio hanno tentato di domare il fuoco con gli
estintori
che avevano a disposizione, ma il tutto è risultato
inutile.
Fortunatamente la
squadra
dei vigili del fuoco di
Castelforte
è arrivata poco dopo ed ha in parte bloccato
l'espansione
dell'incendio, in
atteso
dei rinforzi dei colleghi
di
Gaeta e Terracina. Si sono
vissuti
minuti di tensione, anche perchè c'era il fondato
timore
che le fiamme potessero coinvolgere anche l'altro
capannone
posto accanto a
quello
interessato dall'incendio. In breve tempo anche gli
operai
che non erano al lavoro
sono
giunti sul posto ed hanno
assistito
increduli alla devastazione del luogo. Dopo oltre
tre
ore tutta l'area era stata
bonificata
e agli occhi dei lavoratori non rimaneva che una
gran
parte del capannone distrutto dal fuoco. Impianto di
verniciatura,
contenitori di
vernice,
materiale plastico,
paraurti
e capannone, sono
stati
fusi dal fuoco, che fortunatamente non ha provocato
alcun
intossicato, ne feriti. I
carabinieri
della stazione di
Minturno,
dopo i rilievi di rito,
hanno
notificato ieri sera al
direttore
tecnico della V.T.M.,
Riccardo
Semrov, il sequestro
dell'immobile,
in attesa delle
decisioni
della Procura della
Repubblica
di Latina, alla
quale
è stata inviata una copiosa documentazione. Il direttore tecnico, in assenza
dell'amministratore delegato della V.T.M., Salvatore Pantano,
impossibilitato
a giungere a
Minturno,
ieri mattina si è
imbarcato
sul primo aereo disponibile, giungendo a Minturno nel pomeriggio. Insieme
ai
carabinieri di Minturno, che
stanno
conducendo le indagini, ha effettuato il sopralluogo
del
capannone, inutilizzabile
sia
per i danni subiti, ma anche
per
il sequestro. Non ci sono
ancora
conferme ufficiali, ma
pare
che il fuoco si sia sviluppato per un corto circuito. In
merito
si attendono le risultanze degli accertamenti compiuti dai vigili del fuoco,
che
hanno
escluso ogni tipo di
inquinamento
ambientale.
L'INTERVISTA AL SINDACO PAOLO GRAZIANO.
«PIOVE
sul bagnato». Questa la
frase
che ieri mattina ha pronunciato il sindaco di Minturno, Paolo
Graziano,
precipitatosi all'interno
dello
stabilimento «V.T.M.». Il primo cittadino si aggira tra i mezzi dei
vigili
del fuoco e non nasconde la
propria
amarezza per quanto si è
verificato,
fatto che rischia di avere
serie
ripercussioni sul bilancio di
altre
famiglie. «Non ci voleva - ha
detto
Graziano - un episodio del
genere
in un momento in cui la
comunità
sta patendo una crisi rilevante. Ho già avuto modo di dire
che
la ‘fame galoppa’ e chi occupa
un
posto se lo tiene ben stretto, ma
quando
poi si verificano episodi di
questo
genere, ti cadono le braccia.
Tra
l'altro la V.T.M. era l'unica
realtà
industriale operante sul nostro territorio e ciò da la dimensione
della
gravità dell'incendio». Graziano è stato uno dei primi ad
accorrere
sul posto. «Mi trovavo nei
pressi
– ha detto - perché stavo
verificando
la possibilità di un
eventuale
intervento sulla strada
che
si trova vicino alla fabbrica. Ho
notato
una colonna di fumo provenire dalla V.T.M. e mi sono precipitato sul posto,
dove purtroppo ho
visto
quanto stava accadendo. Vorrei ringraziare i vigili del fuoco per l'encomiabile
impegno
e
il lavoro fatto con
grande
professionalità. Se non ci fosse
stato
il loro tempestivo intervento i
danni
sarebbero stati
sicuramente
più gravi». Paolo Graziano
poi
si è soffermato a
parlare
con i carabinieri di Minturno che stavano effettuando i rilievi
e
i vigili del fuoco, per rendersi
conto
personalmente di quanto è
accaduto
e sulle possibilità future di
ripresa.
In effetti l'attività in quel
capannone
in affitto distrutto dal
fuoco
non potrà essere ripresa, ma
c'è
la possibilità di poter utilizzare
l'altro,
che è comunque sotto curatela, dopo il fallimento dell'azienda.
«Questa
- ha detto il sindaco Graziano - potrebbe essere una soluzione, forse l'unica
per evitare che gli
operai
non vengano messi in cassa
integrazione.
Come
amministrazione
vedremo come potremo renderci utili, ma
ieri
ho visto lavoratori con le lacrime
agli
occhi, perchè
quel
rogo rischia di
mandare
in fumo anche i loro progetti futuri. Ci auguriamo
che
la curatela del
capannone
rimasto integro possa
dare
l'ok alla sua utilizzazione, visto che ci sono in gioco dei posti di
lavoro».
Per certi versi una situazione simile a quella della ex Evotape,
che
ha chiesto al curatore fallimentare l'utilizzazione di capannoni e
macchinari.
VERIFICHE SE LE ESALAZIONI POTESSERO ESSERE TOSSICHE!
SPIEGAMENTO
di mezzi ieri mattina
alla
V.T.M. di Minturno. Sul posto,
infatti,
poco dopo le 10,30 sono intervenute la squadra 9/A dei vigili del fuoco
di
Castelforte, la 5/A di Gaeta, che hanno
potuto
contare sul contributo dei colleghi
di
Terracina. Ben quindici i vigili del
fuoco
in azione, coordinati dai capi
squadra
Pasquale Di Palma, Dario Minutilli e
Domenico
Bonanni.
Inoltre
sono intervenuti i
tecnici
della S.I.A.P. (Sezione Investigativa Antincendi Provinciale),
deputata
ai controlli tecnici e strumentali e al
repertamento
delle sostanze della combustione
per
individuare le cause
del
rogo. Il comandante provinciale,
Cristina
D'Angelo ha disposto anche
l'intervento
del Nucleo Biologico, Chimico e Radiologico, per verificare eventuali
esalazioni tossiche. I carabinieri di
Minturno,
guidati dal comandante Luigi
Romanelli
e dal suo vice Claudio Bove,
hanno
compiuto gli accertamenti del
caso,
poi trasmessi alla Procura di Latina.
Sul
posto anche gli uomini della protezione civile di Minturno, guidati da
Michele
Camerota.
LA STORIA RECENTE DELLA FABBRICA E L'ANSIA DEGLI OPERAI.
LA
«V.T.M.» è uno degli ultimi stabilimenti che hanno resistito alla crisi,
sebbene anch'essa tre anni fa circa ha
attraversato
una crisi che ha
portato
ad un ridimensionamento dell'attività. La società,
che
ha sedi anche nel nord
Italia,
ha sostituito la
«I.VER»,
che era la precedente denominazione dell'azienda che aveva in organico
73
operai, poi diventati la metà con l'avvento della nuova
società,
che iniziò la sua atti
vità
nel gennaio del 2010. La
crisi
nazionale del settore mise in ginocchio lo stabilimento che cessò l'attività e
fu
dichiarata
fallita nell'agosto
2010.
Ciò portò al licenziamento e alla messa in mobilità di 73 operai, parte dei
quali
furono
riassunti. Il tutto grazie all'intervento di Salvatore
Pantano,
un imprenditore ligure, già titolare di altri due
stabilimenti
all'interno dei
quali
si producevano pezzi di
ricambio
per mezzi pesanti.
Attualmente
nel capannone
attivo
di via Parchi, ora distrutto dal fuoco, lavoravano
34
operai. Per gli altri invece
l'accordo
prevedeva la mobilità e l'assunzione in caso di
necessità.
Anzi, nel febbraio
scorso
ci fu anche una polemica da parte di un'organizzazione sindacale, che denunciò
il
mancato rispetto da parte
dell'azienda
degli accordi sottoscritti il 19 gennaio scorso.
Un
accordo che prevedeva
l'assunzione
di operai in mobilità della ex «I.VER» in
caso
di necessità; cosa che,
secondo
il sindacato, non era
avvenuta.
In questo periodo la
«V.T.M.»
stava producendo
materiale
per lo stabilimento
abruzzese
della Sevel, che costruisce mezzi per la Fiat.
Nello
stesso stabilimento, in
passato,
sono stati realizzati
ricambi
per l'Alfa Romeo di
Pomigliano
d'Arco. Tutti gli
operai
dello stabilimento erano presenti ieri, mentre i vigili
del
fuoco completavano le
operazioni
di spegnimento
del
fuoco. Nei loro occhi si
leggeva
la preoccupazione sul
futuro
e sulla ripresa dell'attività a pieno regime. «Sia pure
con
qualche difficoltà - ha
detto
un operaio - comprensibile in un periodo come que
sto,
stavamo lavorando. Questa cosa proprio non ci voleva». Gli occhi di qualche
altro
dipendente
erano lucidi ed il
pensiero
è subito andato alla
futura
ripresa dell'attività dello stabilimento «l’unico - ha
detto
un altro operaio - rimasto nel Comune di Minturno.
Ci
mancava solo questo per
finire
in maniera negativa il
2012».
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