SOGIN
non smentisce l’inchiesta della
Procura
di Santa Maria Capua Vetere
sulla
centrale nucleare del Garigliano
di
Sessa Aurunca che vede già indagato
il
direttore del sito ma prova e tranquillizza la popolazione ribadendo quanto
già
dichiarato il 27 novembre, in occasione del Tavolo della Trasparenza con
sono
costantemente sorvegliate e sistematicamente monitorate da decenni, a
conferma
dell’assenza di impatto per la
salute
dei lavoratori e dei cittadini nè di
contaminazione
verso l’esterno. Le attività che Sogin svolge nella centrale
del
Garigliano e in tutti gli impianti
nucleari
italiani sono autorizzate e vengono vigilate da Autorità ed Enti, locali
e
nazionali, preposte a sovrintendere e
a
sorvegliare, ciascuna per la propria
competenza,
allo svolgimento dei lavori di smantellamento e di bonifica dei
siti
nucleari e alla messa in sicurezza
dei
rifiuti radioattivi presenti».
le
Istituzioni sulle attività di smantellamento dell'impianto e di bonifica
ambientale del sito della centrale Garigliano. «Tutte le attività - spiegano da
Sogin
- vengono svolte nel pieno rispetto dei parametri ambientali e della normativa
di riferimento. I rifiuti radioattivi e tutte le strutture e aree di lavoro
QUATTRO
centrali nucleari in Italia e su
due
di loro c’è un’inchiesta aperta. A
Santa
Maria Capua Vetere per Sessa Aurunca. E a Piacenza per Caorso. Entrambe le
indagini sono state aperte nel mese
di
novembre ma partendo da basi diverse.
In
Emilia, a dare il via all’iniziativa dei
magistrati,
è stata la scoperta, sulla scorta
di
una relazione dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca
ambientale), di una ventina di fusti oggetto
di
corrosione da cui si sarebbe verificato
lo
sversamento di materiale a bassa radioattività. In Campania, invece, la Procura
si è mossa di iniziativa. Disastro
ambientale
la prima ipotesi di reato per
cui
il sostituto procuratore Giuliana Giu
liano
si muove ma anche irregolarità in
materia
di sicurezza nucleare secondo il
decreto
legislativo 230/95. Quando le
Fiamme
Gialle di Mondragone, insieme
ai
militari del Cisam di Pisa, alla fine del
mese
di novembre, arrivano alla Centrale
di
Sessa Aurunca, quello che si trovano
davanti
contrasta nettamente con le rassicurazioni che la Sogin ha offerto al Tavolo
della Sicurezza del 27 novembre appena tenutosi. In particolare è il registro
degli
scarichi liquidi e aeriformi compilato a matita a lasciare interdetti gli
inquirenti e a venire immediatamente sequestrato. All’esterno la situazione non
è
migliore
con novecento metri quadrati
nell’area
di bonifica denominata Trincee
immediatamente
verificati come altamente radioattivi con rifiuti sotterrati tra
i
venti e i cinquanta centimetri di profondità. Per la Sogin, che ieri lo
ribadisce,
non
c’è contaminazione ma intanto, come atto dovuto di quanto accertato, la
Procura
iscrive nel registro degli indagati
il
responsabile della disattivazione della
Centrale:
il napoletano Marco Iorio.
Quello
che però potrebbe smentire la
certezza
della società presieduta dall’ex
diplomatico
Giancarlo Aragona, amministratore delegato Giuseppe Nucci, sono
le
indagini e i prelievi effettuati dai sommozzatori della Guardia di Finanza di
Napoli
nel fiume Garigliano dove sono
ubicati
gli scoli dei reattori. I campioni
sono
ora in mano ai militari del Cisam di
Pisa
che già da qualche giorno hanno
avviato
analisi. Fosse verificato l’inqui -
namento
radioattivo dell’acqua del fiume, ecco che diventerebbe evidente il
legame
con l’indagine del 1980
dell’Enea
che aveva rilevato contaminazione radioattiva in una vasta porzione di
mare
compresa tra il Volturno e il Circeo
e
in particolare nel Golfo di Gaeta. Le
esondazioni
del Garigliano negli ultimi
trent’anni
non sono mancate e il telegramma del 19 novembre 1980 dell’in -
gegner
Sennis del Cnen (vecchia Enea)
all’allora
sindaco di Castelforte, in conseguenza di una di esse, già aveva tolto
ogni
dubbio a una prima contaminazioLa centrale del Garigliano, durante un recente
allagamento, e al lato, quella di Caorso
ne.
Avere la prova che quanto accaduto fu
solo
la punta dell’iceberg, cancellerebbe
ogni
dubbio.
Gli
sviluppi
di
quanto accade a Caorso
e
a Sessa Aurunca, al di là
delle
congetture, restano
c
o m u n q u e
im
pr eve di bili. E forse sarà
un
caso ma
sempre
a novembre, il 20,
a
Latina i Vigili del Fuoco
hanno
svolto
un’es
ercitazione in un impianto industriale adiacente un’altra centrale nucleare:
quella di
Borgo
Sabotino. Nell’occasione hanno
utilizzato
automezzi «speciali»: un carro-decontaminazione e un carro nbcr della sezione
«specialisti» nucleare batteriologico chimico radiologico. Insomma,
tutto
nell’ultimo mese.
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