LA
DENUNCIA contro ignoti è
scattata
ieri mattina, depositata
al
commissariato di polizia di
Formia,
da parte dei parenti di
Domenico
Fiorino, il pensionato
61enne
di Santi Cosma e Damiano che ha perso la vita a seguito
di
un tragico incidente stradale
avvenuto
all’alba di sabato scorso quando, a bordo del suo trattore diretto in
campagna,
è
stato
tamponato
da
un'auto. Ma
se
per la vittima
la
tragedia è finita in quei
drammatici
momenti, per i familiari è proseguita fino a ieri
quando
hanno
fatto
la triste
scoperta.
Giunti
al
cimitero di
Formia,
dove la
salma
del proprio congiunto è
deposta,
in attesa di un perizia del medico legale
disposta
dall'autorità giudiziaria, sono stati avvisati dai dipendenti cimiteriali che
la sala frigorifera per la conservazione del
corpo
in realtà è rotta e non può
quindi
fornire la regolare attività
di
refrigerazione, favorendo così
una
più rapida putrefazione del
cadavere.
Una situazione, secondo quanto riferito dagli stessi
familiari,
che non sarebbe sorta
solo
recentemente ma che farebbe invece emergere lo stato di
rottura
consolidato degli impianti di refrigerazione. Ma di
chi
sono le responsabilità? Sempre secondo i parenti della vittima, il custode
avrebbe riferito
che
della situazione sarebbe stata messa a conoscenza l'agenzia
di
pompe funebri Circio di Castelforte, che si sta occupando di
tutta
la trafila funeraria del 61enne deceduto. Allo stesso tempo i
familiari
di Fiorino riferiscono
che
la ditta funebre non avrebbe
confermato
quanto sostenuto dai
custodi.
Come se si stesse mettendo in atto il più classico dei
cosiddetti
scaricabarile, di responsabilità. Sta di fatto che proprio grazie alla
denuncia, come
peraltro
suggerito di fare dagli
uffici
della Procura di Latina,
sarà
ora la stessa procura a dover
individuare
le eventuali responsabilità su quanto accaduto. Anche perché solo ieri nel
primo
pomeriggio
la salma è stata trasferita presso la camera mortuaria dell'ospedale Dono
Svizzero
per
essere meglio conservata in
attesa
dell'esame legale. Esame
che
potrebbe a questo punto anche essere condizionato dalle
pessime
condizioni di mantenimento del corpo, specie a causa
del
caldo di questi giorni. «Me lo
hanno
ammazzato una seconda
volta
- ha affermato uno dei fratelli di Domenico Fiorino, giunto da Genova
per
assistere il
congiunto
fino
alla
sepoltura -,
ma
qualcuno
dovrà
pagare
per
quanto accaduto. Solo ora
infatti
capiamo
che
il non funzionamento delle celle mortuarie è una situazione in essere
da
tempo, della
quale
si era tutti
a
conoscenza.
Persino
sabato
quando
siamo
venuti
per visitare mio fratello
non
ci hanno
fatti
entrare e
senza
nemmeno
avvisarci
di
quanto
stava avvenendo e ora
capiamo
il perché. Se ne sono ricordati solo di
lunedì
mattina, impedendoci di
fatto
di porre rimedio a quanto
stava
avvenendo».
DA
LATINA OGGI DEL 18.6.13
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