LA
PIÙ grande potenzialità inespressa della città di Formia, come si sente
dire
da molto
tempo,
e riproposta con
forza
nella recente campagna elettorale,
è
il turismo.
Enormi
risorse non sfruttate che pagano
l
'i ne ffi c ie nz a
di
una campagna di promozione e marketing pratic a m en t e
i
n e s i st e n t e .
N
o no s t an t e
ciò
negli ultimi giorni è arrivato addirittura una sorta di colpo di grazia alla
capacità
promozionale della città.
Mentre
ci si aspettava finalmente il
rilancio
del territorio, Formia è tornata ancora una volta sulla ribalta delle
cronache
nazionali nella sua veste
peggiore.
Telegiornali, prime pagine
di
quotidiani e siti internet l'hanno
riproposta
a tutta la nazione come un
luogo
cinico e dalle discutibili qualità
umane
dei propri cittadini. Il fatto di
cronaca
che ha dato il via a questa
operazione
è stata la morte per annegamento, dovuta a un malore, sul
litorale
di levante, di una turista russa
di
78 anni. Più che un decesso in
spiaggia,
le principali emittenti nazionali, hanno parlato di uno strano
fenomeno
di cinismo, mancanza di
sensibilità
e rispetto per la morte.
Tutto
grazie al supporto di immagini
fotografiche
che testimoniavano lo
scambio
di effusioni di alcuni ragazzi
e
il regolare e indifferente svolgimento di giochi da spiaggia proprio a
ridosso
del cadavere. In realtà le cose,
per
chi era in spiaggia, si sono svolte
diversamente.
Sono stati quegli stessi
bagnanti
tacciati di volgarità, infatti,
a
prestare i primi soccorsi alla donna,
prima
recuperandola dall'acqua eppoi con i massaggi cardiaci e le
manipolazioni
del caso effettuate sotto costante consiglio telefonico del
pronto
soccorso del Dono Svizzero.
Tutto
avveniva, inoltre, mentre si
formava
un gruppetto di donne, anch'esse bagnanti, che organizzavano
in
tempo reale un capannello di preghiera con tanto di rosario alla mano.
Buona
parte dei pochi bagnanti rimasti, infine, dopo aver constatato la
morte
della donna, e dopo aver raccolto le proprie cose, sono andati via.
Strano
caso del destino, in quegli
stessi
istanti si stava consumando
un'altra
tragedia, quella dei parenti di
Domenico
Fiorino, morto sabato a
San
Cosma e Damiano dopo un tragico incidente stradale. I parenti del
61enne
lunedì hanno scoperto della
rottura
delle celle frigorifere dove era
deposta
la salma del proprio congiunto. Un disservizio tecnico che in
48
ore ha decomposto irrimediabilmente il cadavere. Un oltraggio, questo si, a un
morto, che ha fatto gridare
allo
scandalo i parenti che hanno
parlato
«di una seconda morte» del
proprio
caro. E le salme della turista
russa
e di Fiorino per qualche ora
sono
stati addirittura fianco a fianco
nella
camera mortuaria dell'ospedale
Dono
Svizzero proprio a causa del
malfunzionamento
delle celle cimiteriali. Mentre a loro insaputa fuori
scoppiavano
le polemiche.
Ma
se da una parte, per la donna, era
il
mercato del gossip a tenere banco,
per
Domenico Fiorino c'era la disperazione dei cari nel sapere l'uomo
oltraggiato
in questo modo da un
servizio
pubblico inefficiente. Forse
si,
anche in quest'ultimo caso, c'era
da
deplorare i responsabili di una tale
negligenza,
segnalata peraltro alla
Procura
della Repubblica con formale denuncia alla Polizia.
SECONDO
il custode del cimitero di Castagneto a Formia il danno ai motori e alle
ventole
di refrigerazione delle celle di conservazione del
camposanto
sono state riparate già lunedì. La notizia non
ha
trovato tuttavia conferma
tra
alcuni operatori funerari
della
città che, confermando
peraltro
quanto riportato dai
parenti
di Domenico Fiorino,
vittime
dell'incredibile negligenza nei confronti della salma del proprio congiunto,
hanno
sostenuto come il guasto persistesse da alcuni mesi. Su questo aspetto, invece,
è
il custode del cimitero a
smentire,
ricordando come
invece
il guasto si sia verificato e risolto nel giro di pochi
giorni,
come detto, già lunedì. Anche se proprio lunedì,
nel
primo pomeriggio, la salma di Fiorino, veniva trasportata nella camera
mortuaria
messa
a disposizione dall'ospedale Dono svizzero. Sta di
fatto
che, gli unici due posti
disponibili
nella camera mortuaria ospedaliera, lunedì
erano
occupati dalle salme di
Domenico
Fiorino e di Valentina Grausman, la 78enne
russa
morta a Gianola. In caso di ulteriore necessità, fortunatamente non
verificatasi,
bisognava
rivolgersi, salvo
disponibilità,
alle strutture di
Gaeta
o addirittura di Latina.
Insomma
una situazione paradossale sulla quale indagherà la Procura di Latina.
Intanto
sulla controversa vicenda si apre anche un altro
fronte
relativo alla paventata
inefficienza
di alcune agenzie
funebri,
incapaci di ovviare a
emergenze
di questo tipo in
assenza
di strumenti e personale adeguato. Complice anche lo scarso controllo che
sul
tema offrono i sistemi
istituzionali
responsabili del
servizio
all'oscuro, come nel
caso
denunciato dai parenti di
Fiorino,
dello scaricabarile di
responsabilità
messo in atto
tra
cimitero e agenzia funebre.
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