IL
Pdl? E’ «vivo e vegeto».
Prova
ne siano «i suoi soggetti
che
ogni giorno lo rappresentano
sul
territorio e al di fuori dei
confini
provinciali». La sortita
dell’assessore
provinciale
Enrico
Tiero conferma quanto
le
parole di Stefano Galetto
abbiano
lasciato il segno. Così,
dopo
l’intervista rilasciata su
queste
colonne non più tardi di
domenica
scorsa in cui il consigliere
regionale
dichiarava
«conclusa»
l’esperienza del
Popolo
della Libertà, intervista
cui
ha fatto seguito la replica,
puntuale
e velenosa, del vicecoordinatore
pontino
del Pdl
Vincenzo
Bianchi - che ha definito
una
«crisi di coscienza»
quella
dell’ex An - è l’esponen -
te
dell’amministrazione provinciale
a
farsi carico di difendere
il
buon nome del partito.
Che
senso ha - è la domanda
che
si pone Tiero - dichiarare
agonizzante
un partito che a
livello
provinciale catalizza
ancora
il 30% dei consensi?
Certo,
riconosce lo stesso assessore,
nel
Pdl « i problemi ci
sono»
ed «è anche giusto che
questi
vengano affrontati, ma
non
certo in modo strumentale
e
strettamente personale e individualista
».
Proprio come
avrebbe
fatto Galetto, secondo
l’esponente
dell’a mmi nist razione
di
via Costa. Che mai cita
direttamente
il suo alleato nel
partito,
ma a cui non si può non
dire
si rivolga quando formula
un
pensiero di una portata particolarmente
delicata.
Secondo
Tiero,
infatti, occorre «smetterla
di
ricorrere ai padrini romani,
al
fine di cercare di raggiungere
le
proprie aspettative
personali».
Un pensiero tutt’al -
tro
che gentile che l’assessore
magari
intende condividere
con
il sindaco di Latina Giovanni
Di
Giorgi. Un modo come
un
altro per rivendicare la
sua
assoluta fedeltà al coordinatore
provinciale
Claudio
Fazzone.
Rispetto al quale Tiero
non
perde l’occasione per
ricordare
il suo personalissimo
«peso
specifico» nel partito.
«Io
resto convito non solo come
assessore
e dirigente Pdl
ma
anche come presidente
dell’associazione
Onda Pontina
-
dice - che sia giusto come
diciamo
da diversi anni che la
scelta
dei candidati venga effettuata
con
lo strumento delle
primarie,
e che la legge elettorale
per
le scelte parlamentari
venga
cambiata con l’inseri -
mento
della preferenza, per far
sì
finalmente che la stortura
delle
nomine calate dall’alto
abbia
un termine». E, magari,
produca
anche meno scontenti.
V.
S.
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