I CARABINIERI di Gaeta fanno
visita ai locali dell’Asl. Il fatto
sarebbe avvenuto martedì scorso
quando gli uomini dell'Arma hanno
controllato, in seguito alle ripetute
segnalazioni e denunce, il
blocco delle prenotazioni per alcuni
esami specialistici che si prolunga
ormai da un anno. Un'anomalia
vietata dalla vigente normativa,
come ricorda nel febbraio
scorso proprio il dipartimento
competente della Regione Lazio.
E così i carabinieri hanno inviato
una informativa alla Procura della
Repubblica di Latina affinché si
possa indagare. Perché un vero e
proprio blocco delle prenotazioni
per esami specialistici urgenti che
in particolare stanno colpendo numerosi
cittadini, sarebbe incostituzionale.
E uno di questi sta conducendo
questa battaglia da oltre
un anno. Da quando cioè in seguito
ai decreti del governatore della
Regione, molte liste hanno cominciato
a essere off-limits, con
blocchi che raggiungono l'anno di
attesa. Contestualmente la validità
delle prescrizioni mediche per
l'effettuazione delle visite è aumentata
fino a un anno. Un'anomalia
insomma. Infatti una prima
denuncia il cittadino gaetano citato
la inoltra contro ignoti nel luglio
scorso. Poi il 12 ottobre scorso
l'anonimo gaetano, che necessita
di periodiche ecografie
addominali a causa di aneurisma
sottorenale, scrive direttamente al
presidente della repubblica, stanco
di un attesa di ormai quattro
mesi senza aver avuto alcuna
spiegazione del blocco sanitario
pubblico. Anzi riferendo dell'invito
di alcuni operatori della struttura
a fare le visite privatamente.
Passano tre mesi e la presidenza
della Repubblica risponde che «la
questione è stata portata all'attenzione
della Regione Lazio». Passa
un altro mese e la Regione risponde
con la nota citata in precedenza
che conferma l'irregolarità normativa
di un'attesa così prolungata.
Tant'è che il 70enne gaetano a
distanza di quasi 8 mesi prova a
tornare all'Asl per la prenotazione,
ma invano. Perché il blocco
persiste e allora lui protocolla all'Asl
un nuovo documento di rifiuto
per la richiesta di prenotazione.
Arriviamo al 14 marzo
quando con una nuova comunicazione,
l'ennesima vittima
di una sanità pubblica
in via di estinzione,
invia una sollecitazione
di spiegazioni sulla vicenda
all'Usl di Latina.
Ma niente. Due giorni
dopo arriva una nota
della direzione del distretto
sud che precisa
che «il blocco è in essere
per volontà del decreto
37 del governatore della
Regione Lazio. E che le
ricette prescritte dal primo
luglio dell'anno
scorso possono essere
evase fino ad un anno di
distanza». Perciò è arrivato
l'intervento con informativa
alla procura
da parte dei carabinieri
che hanno ravvisato un
abuso. E infine la beffa.
Con una nuova ricetta lo
sventurato 70enne è tornato a
chiedere la prenotazione che, in
virtù dell'eccellenza del presidio
sud può svolgere la visita con non
più di 49 giorni di attesa. Ma per
farlo deve recarsi a Ponza.
Adriano Pagano
DA LATINA OGGI DEL 2.6.12
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