In merito
agli articoli apparsi su questo quotidiano negli ultimi
giorni,
sento la necessità di fare qualche riflessione con l’inten -
to di fare
chiarezza, anche perchè mio malgrado, sono stato
trascinato
per i capelli in questa querelle. Sono nell’Udc da
circa
quindici anni, dopo aver precedentemente militato nella
Democrazia
Cristiana e con coerenza e senso di responsabilità,
ho dato il
mio apporto, ho cercato di svolgere i dieci anni di
Sindaco a
servizio del popolo, come se fosse una missione e non
un mestiere
o un posto di comando.
Ho fatto
tante campagne elettorali per il mio partito a tutti i
livelli,
mettendoci il massimo impegno e ottenendo risultati
eccellenti,
così come anche da voi riconosciuti (“una vera
macchina di
voti”). Infatti anche nell’ultima campagna elettorale,
il mio
contributo è stato determinante per la vittoria della
lista,
risultando il primo degli eletti, raccogliendo circa 400
preferenze
su 1.673 voti totali. La mia storia politica, coerente
e leale, si
è caratterizzata anche per il senso di altruismo e di
rinunce.
Volevano candidarmi a Sindaco già cinque anni prima
della mia
discesa in campo, che mi ha visto ricoprire tale carica
negli anni
2002-2012, e non l’ho fatto per rispetto di chi c’era
prima di me.
Dovevo essere nominato Vice presidente del
Nucleo
Industriale di Gaeta, alternandomi
con l’amico
Benedetto
Assaiante,
ma, arrivato il
mio turno, i
vertici del partito
mi chiedono
di fare un passo
indietro per
esigenze comunali
e regionali.
Ed arriviamo
alle elezioni provinciali
del 2009,
con una riunione
presso la
biblioteca comunale
di
Castelforte del gruppo
consiliare
dell’Udc, formato
da nove
consiglieri alla presenza
del
Segretario provinciale senatore
Michele
Forte, con
all’ordine
del giorno la candidatura
al collegio
provinciale contesa
da me e da
Pasquale Fusco.
La mia
candidatura era sostenuta
dall’intera
lista civica e non
solo dall’Udc,
che stavo guidando
come
Sindaco, in quanto
avrebbero
votato me come persona,
al di là dei
partiti; situazione
per un
politico, anche se
colomba e
non falco, nè tantomeno
“spettro o
corvo”, irripetibile!
Il
Segretario provinciale
Michele
Forte, decide di candidare Pasquale Fusco, assumendo
anche
formale impegno, davanti a tutti, che Gianpiero Forte farà
l’assessore
in Provincia alla scadenza del mandato sindacale.
Questa è la
cronaca politica di come realmente sono andate le
cose. Ora se
gli impegni presi si vogliono mantenere o disattendere,
non è di mia
competenza. E’ però giunto il momento
anche per me
e per i miei concittadini, di capire se io in questo
partito sono
un problema o una risorsa così come, forse, ho
dimostrato
in tutti questi anni, quando mi è stato chiesto tra
l’altro di
portare avanti diverse problematiche importanti, come
quella della
sanità, e di essere il portavoce della conferenza dei
sindaci. E’
giunto il momento di dare riposte ai concittadini e
all’intero
comprensorio, se deve essere o meno rappresentato in
Provincia,
perchè il consigliere provinciale lo avevamo eletto
nella
persona di Pasquale Fusco, che poi ha fatto scelte e
valutazione
diverse, ma che non possono vedere la nostra
collettività
orfana di rappresentanza. Ce lo siamo meritato sul
campo, senza
nulla togliere all’amico Gerardo Stefanelli o ad
altri amici
di Aprilia, assessori nominati e non eletti dal popolo.
Il sottoscritto
in ragione della sua storia politica, ha cercato di
dimostrare
di non essere mai stato “un incubo o un carnefice”
nè tantomeno
si è mai seduto a “banchetti” vari, anzi, ha fatto
sempre passi
indietro, e questo in politica, purtroppo, è un
errore alla
luce degli avvenimenti. Ed allora in questo quadro,
la domanda
sorge spontanea: vale la pena continuare a fare
politica?
Concludo questa mai lettera aperta, invitando anch’io,
tutti gli
attori ad una “ventata di rispetto delle regole” e degli
accordi, a
non calpestare il prossimo, perchè siamo alla deriva
proprio come
nazione e non solo da un punto di vista politico,
ma anche
sociale, non solo da un punto di vista economico, ma
anche
morale. Per queste regioni, i cittadini, sono sempre più
sfiduciati e
lontani dalle istituzioni, i giovani fuggono sempre
più dalla
res pubblica.
(Gianpiero
Forte
(Presidente del Consiglio
Comunale di Castelforte))
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