NUOVE
indagini ambientali
ed
epidemiologiche e divulgazione dei risultati relativi alle
analisi
del materiale prelevato
dai
militari della guardia di finanza. Questo è quanto chiede
il
Comitato Antinucleare del
Garigliano,
attraverso il proprio responsabile Giovanni
Mallozzi,
dopo il sopralluogo
risalente
al novembre scorso,
disposto
dal sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Giuliana Giuliano, che
ha
aperto
un fascicolo per disastro
ambientale
ed irregolarità in
materia
di sicurezza nucleare
nei
confronti della Sogin.
«Alcuni
di questi prelievi -ha
detto
Giovanni Mallozzi- risultati subito
positivi
ai
mi
sur ato ri
di
radioattività, sono
stati
effettuati in luoghi accessibili alla cittadinanza in
pro
ssim ità
degli
sbocchi degli scarichi dell’impianto
nucleare
nel fiume Garigliano.
Chiediamo
quindi che venga
fatta
immediata chiarezza sulla
reale
pericolosità in termini di
emissioni
di radiazioni ionizzanti di tali luoghi e che, se
considerati
realmente rischiosi
per
la salute della popolazione,
questi
siti vengano messi prontamente in sicurezza ed interdetti alla popolazione». Lo
stesso
comitato, in passato, ha
richiesto
più volte l'effettuazione di monitoraggi ambientali e
studi
epidemiologici sulla popolazione, affinchè si possano
offrire
le massime garanzie ai
cittadini
della zona. «Studi -ha
aggiunto
Mallozzi- che non sono stati mai realizzati. Come
infatti
evidenziato dall’Enea e
dall’Istituto
Superiore di Sanità, negli anni ‘80, la centrale
nucleare
del Garigliano ha disperso nell’ambiente sostanze
inquinanti
e radioattive ben oltre i confini dei Comuni limitrofi all’impianto, in un’area
compresa
tra l’isola di Ischia ed
il
promontorio del Circeo. A
distanza
di quasi trent’anni da
quegli
studi e dopo un lungo
silenzio
da parte degli organi
competenti,
la notizia del rilevamento di siti radioattivi
emersa
dall’inchiesta, getta
ombre
inquietanti sulla gestione della sicurezza dell’impian -
to
e sui rischi
per
la salute
della
popolazione che ne derivano». Da qui
la
richiesta da
parte
del comitato di effettuare nuove e più
ap
prof ondi te
analisi
ambientali, unite ad un
studio
epidem i o l o
g i c
o
c
o mp a r a tivo
storico
ed attuale. «Ciò -ha
concluso
Giovanni Mallozziper permettere
finalmente
di
far
emergere, a
partire
da questa importante
inchiesta,
la verità sulla centrale del Garigliano, dopo anni di
disinteresse
da
parte
delle istituzioni nazionali e di silenzio
omertoso
delle
a
m m i n i s t r a z i oni locali, che si
sono
accontentate dei ristori
economici
che
lo
Stato elargiva ‘come contentino’, invece di difendere il diritto alla salute ed
alla giustizia
della
propria comunità».
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