AD
Acqualatina era stata
chiesta
l’attivazione del
pozzo
di Genzano a Minturno, ma i dirigenti
del
l’ente idrico hanno
snobbato
la richiesta presentata dall’Am m in is tr azione, in quanto il Comune
del
sud pontino non soffre
di
crisi idrica. E meno male che la previsione era di
questo
tipo, altrimenti il
territorio
comunale sarebbe rimasto a secco per mesi. Questa indiscrezione è
trapelata
ieri nell’ennesi -
mo
incontro tra cittadini
«assetati»
e il
sindaco
di
M
i n t u r n o ,
Paolo
Graziano, il quale ha
mostrato
il
verbale
del 24
maggio
scorso, giorno in
cui
si è svolto
l
’ i n c o n
t r
o
de
ll’Ato 4
con
i sindaci
dei
vari Comuni. Graziano, eletto da
soli
tre giorni, tra le priorità ha inserito la riattivazione del pozzo di Genzano,
realizzato
dal Comune agli
inizi
del duemila e da tempo abbandonato a se stesso, tanto che sembra non ci
siano
più la pompa e il
gruppo
elettrogeno. Alla
proposta
del primo cittadino l’ing. Ennio Cima, di
Acqualatina,
rispose che
non
era necessario investire per attivare il pozzo di
Genzano,
in quanto «si potrebbe emungere una portata massima di 10-15 l/s,
recuperabile
altresì dalle
risultanze
della campagna
di
recupero delle dispersioni idriche della rete. Ad
ogni
modo - continuò l’in -
gegner
Cima - il Comune
non
soffre più di crisi idrica. E’ più opportuno concentrarsi sull’eliminazione
della
torbidità delle sorgenti attive». Dunque il
pericolo
siccità, nel non
molto
lontano 24 maggio,
non
veniva preso in considerazione, ma visto come
sono
andate e stanno andando le cose, va sottolineato che la dirigenza di
Acqualatina
ha sbagliato
previsione
e forse ha danneggiato oltremodo il centro storico, dove il prezioso
liquido
è mancato per
u
n’insufficienza di pressione, che non permetteva
all’acqua
di raggiungere i
piani
più alti, ma anche le
zone.
L’ente idrico, così
solerte
a recuperare soldi
per
ritardate volture, ma
molto
lento a rimborsare
chi
ne ha diritto, come si
comporterà
ora che arriveranno all’autorità giudiziaria le denunce presentate
dai
vari cittadini del sud
pontino,
rimasti senza acqua per giorni e costretti a
lavarsi
a casa di parenti e
amici
che avevano la fortuna di poter disporre di un
liquido
che, visti i tempi, è
troppo
riduttivo definire
prezioso.
Gianni
Ciufo
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