«SPERIAMO
che dal 25 agosto piova e che ci sia meno
richiesta
d’acqua». E’ la risposta che Acqualatina «regala» ai sindaci del Basso Lazio
riuniti
presso la Sala Sicurezza del Comune di Formia. Intanto, per dare un po’ di
sollievo ai Comuni di Castelforte,
Santi
Cosma e Damiano, Spigno Saturnia e frazioni collinari di Formia, il gestore
valuta interruzioni nelle ore notturne, a partire da lunedì, nelle
zone
balneari ovvero Marina
di
Minturno,
Scauri,
Gianola cosicché i
serbatoi
possano riempirsi. E
mentre
ci si organizza per
una
danza collettiva della
pioggia
contro
la
siccità, «precipitazioni a
meno
trenta
p
e r c e n t o
d a l
l ’ i
n i z i o
dell’anno»
precisano da Acqualatina, e si
contano
le perdite sulla linea
nell’ordine
del
sessanta
per
cento,
i sindaci
sono
assediati
dai
cittadini
«imbest
ialiti»
per
la carenza/assenza di
acqua.
Spesso
mal
segnalata
dal
gestore che
comunica
orari
quasi
sempre
sottostimati
rispetto al reale
flusso
nei rubinetti. Quello
c
h e p e r ò
da
ll’inc ont ro
di
ieri appare
i
n co n t rove rt ibile è che da
Acqua
latina
non
si esce, e guai a dirlo o
anche
solo a pensarlo. D’al -
tronde,
a precisa domanda, il
direttore
tecnico della società
privata
Ennio Cima non ammette repliche, «Noi gestiamo
bene
la risorsa idrica», con i
sindaci
ad annuire. Da cui il
paradosso:
gli amministratori
riportano
le lamentele dei propri cittadini esasperati e si dicono non soddisfatti del
servizio, Di Siena da Santi Cosma
a
esempio evidenzia come anche in altri periodi negli appartamenti al
secondo/terzo
piano
del suo comune l’acqua
sia
sempre stata carente, Acqualatina spiega che ci sono
lavori
in corso che, a lungo
termine,
miglioreranno la situazione, ma quando viene
chiesto
ai primi cittadini se
stiano
valutando ipotesi per
trovare
soluzioni diverse al socio privato come indicato dal
referendum
nazionale votato
due
anni fa a grande maggioranza e messo nel cassetto,
anche
in tutta la provincia di
Latina,
apriti cielo, partono i
ricordi
di come al tempo del
Consorzio
Acquedotto degli
Aurunci
la situazione fosse
ben
peggiore di oggi. «Per un
intervento
bisognava aspettare giorni», sottolinea da Itri De
Santis.
E tra i primi cittadini
seduti
al tavolo non sono pochi quelli che, vista la lunga
militanza
politica, ne hanno
avuto
un’esperienza diretta:
Forte
da Formia e Graziano da
Minturno
su tutti. A ogni modo, poi, c’è sempre Ennio Cima a ricordare che le cose non
vanno
poi così male come
sembra:
«Ad Acqualonga un
anno
fa abbiamo ben operato
così
come a Grunuovo dove
abbiamo
ricostruito la rete e
d’altronde,
si sa che parlare
bene
di Acqualatina è impopolare: questo però ci stimola
a
lavorare meglio». Quello
che,
però, rispetto a qualche
anno
fa tra i politici locali pare
destare
più preoccupazione lo
esprime
meglio di ogni altro
Patrizia
Gaetano, sindaco di
Castelforte:
«I cittadini sempre meno vengono da noi per
protestare
e vanno direttamente a denunciare dai Carabinieri». Ovvero i politici sono
scavalcati da elettori che da loro
si
sentono poco tutelati. Una
class
action all’orizz onte?
Probabilmente
dipenderà da
quando
arriveranno le prossime piogge.
Francesco
Furlan
E’ sempre un
vertice o un
tavolo
istituzionale a tamponare le emergenze, mai un
intervento
concreto. Succede così da queste parti e
anche ieri
si è vista una replica del modus agendi in
caso di
problemi gravi come
la terribile
carenza idrica
che da
almeno due settimane
lascia
interi pezzi di città del
sud pontino
senza acqua. E
anche senza
informazioni su
quello che
accadrà. L’unico
rimedio
accettabile, adesso
si sa, non
verrà dai comuni
mortali e
dai loro mezzi tecnologicamente avanzati.
Bensì
dall’alto dei cieli, dalle nuvole quando un
buon vento
le spingerà fin sopra il mare e le
colline del
Lazio meridionale e finalmente l’ac -
qua tornerà
nelle sorgenti e nella rete che la
porta nelle
case. Obiettivamente non c’è altro
da fare. Non
adesso. Qualche tempo fa, invece,
un passo
avanti in controtendenza, progressista
e accorto lo
si poteva compiere. A fine giugno
del 2012
esattamente gli stessi sindaci che ieri
in una
conferenza stampa hanno chiesto «interventi sulla rete di distribuzione» hanno
votato a
favore (a
stragrande maggioranza) del rinvio
per altri
tre anni degli investimenti che Acqualatina avrebbe dovuto fare sulle
adduttrici del
sud pontino
già sei anni fa ed era stato già dato
parere
favorevole ad altri due rinvii, ciascuno di
tre anni. Si
tratta di opere per le quali la società
Acqualatina
ha acceso un mutuo nel 2007 e il
pegno del
credito da 115 milioni di euro se lo
sono
accollato pro quota esattamente i sindaci
che ieri
hanno invocato «soluzioni strutturali».
In più i
medesimi amministratori hanno accettato (a maggioranza) di caricare sulle
bollette
dell’acqua
un congruo, ancorché necessario,
servizio di
approvvigionamento con autobotti al
costo di
800mila euro, attribuito con gara alla
società
Formia Soccorso, ma che in queste due
settimane
non ha funzionato perché al di sotto
delle
esigenze reali dell’estate 2012. Per evitare
la rivolta
dei cittadini, gestore e sindaci hanno
concordato
di riattivare una sorgente, Forma di
Castelforte,
che è stata chiusa dalla Asl perché
contiene
arsenico in quantità superiori al livello consentito dalla legge. Si tratta di
elementi
noti da
tempo a tutti gli amministratori del sud
pontino che,
in teoria, sarebbero anche i controllori delle scelte relative al servizio
idrico.
Ma è altresì
nota a tutti la promiscuità tra questi
controllori
e il loro controllato, Acqualatina
spa.
Un’anomalia così evidente che negli anni
ha costretto
molti amministratori pubblici a
lasciare le
cariche che avevano dentro la società; l’ultimo di un lungo elenco è Giuseppe
Simeone, che
per diventare presidente del consiglio comunale di Formia (una delle città con
maggiori
problemi in questi giorni) ha dovuto
lasciare
poche ore prima la poltrona di membro
del cda di
Acqualatina. In un simile ginepraio
la pioggia è
davvero l’ultima, unica, speranza.
Graziella Di
Mambro
Nessun commento:
Posta un commento