FORMIA
ostaggio di Acqualatina». I giorni bui della crisi
idrica
non sono ancora alle spalle, e c’è da segnalare come si
profili
in tutta la sua interezza la
profili
in tutta la sua interezza la
drammaticità
di un problema
che
assale nei periodi estivi le
città
del Golfo. Come se queste
realtà
non trovassero nel turismo e nelle attività legate alla
economia
stagionale la sua più
grande
risorsa. La sua leva principale. Con cui soprattutto la
classe
media formiana, quella
che
ancora si difende dalla crisi
puntando
sulla grande opportunità che grazie
alle
crisi idriche
viene
posta in
subbuglio.
Inginocchiata. Da
Formia
a Gaeta,
passando
per
Castelforte
e
Minturno.
Perché alla carenza
idrica
s’unisce il
triste
spettacolo
che
una depurazione non ancora all’altezza rilascia in mare.
Con
il suo carico d’inquinanti.
Così
il Comitato di Difesa
Acqua
Pubblica
ricorda
come i primi disagi per
la
carenza idrica si siano già
registrati
ad inizio stagione, manifestando «la cronica carenza
idrica»
acuita dalla siccità che
ha
lasciato quasi a secco Capodacqua «che secondo Acqualatina è tale da non poter
nemmeno garantire l’approvvigiona -
mento
del sud pontino». Così,
ricorda
la nota del Comitato «il
gestore
è intervenuto informando che in alcune zone di Formia
la
fornitura dell’acqua verrà ridotta nelle ore notturne. Peccato
però
che per molti cittadini la
soluzione
pubblicizzata non
corrisponde
al vero tant’è che
siamo
stati avvistati da tanti cittadini che l’acqua manca anche
nelle
ore diurne, quando il servizio dovrebbe essere garantito».
Un
problema che in questo
momento
starebbe sfuggendo di
mano
al primo cittadino di Formia, massima autorità sanitaria
locale
«che avrebbe dovuto
adottare
un’ordinanza con la
quale
mettere in sicurezza la
salute,
soprattutto degli anziani,
malati
e bambini ma che si accontenta di una semplice comunicazione del gestore»
peraltro
«continuando
a far finta di nulla,
anzi
non smettendo di proteggere la sua creatura, mostrandosi
più
preoccupato di difendere gli
interessi
dei suoi amici francesi
e
dei suoi protetti che hanno
trasformato
la
gestione
del servizio idrico in
un
proprio feudo elettorale,
piuttosto
che tutelare i suoi cittadini contro le
malefatte
del
gestore
idrico».
Politici
che secondo il comitato si sarebbero
ormai
ridotti a
dire
«signor sì».
Ta
n t ’è che va rilevato come fino a ieri nessuna
voce
fuori dal
coro
si fosse levata. Così che
l’ap
p r ov v i gi onamento idrico,
oggi
divenuto
un
incubo, per
molti
cittadini
del
Golfo, e non
solo,
evidenzia
come
l’assenza
di
una regolarità
nella
gestione
del
servizio, dall’altra parte non
contempli
«una traccia» del
problema
nell’emissione di bollette. Bollette che il Comitato
invita
a «boicottare» chiedendo
l’applicazione
dell’esito dei due
quesiti
referendari.
U N’estate
così nera sul
fronte
dell’approvvigiona -
mento idrico
nel sud pontino non la si vedeva dai
tempi in cui
a gestire il
servizio era
il carrozzone
Acquedotto
degli Aurunci,
il
brontosauro della burocrazia che ha lasciato il
posto alla
società privata
nel 2002. Ma
probabilmente con la rete di distribuzione sono stati ereditati
anche i
problemi e i vizi di
una
programmazione allegra che alla prima stagione vera di siccità emergono in
tutta la loro gravità.
Non c’è solo
un problema
di
temperature in questa
vicenda dei
disservizi
dell’acqua,
ma anche di
mancanza di
trasparenza,
di
informazioni. In definitiva si vede che i sindaci
(pur essendo
azionisti di
maggioranza
di Acqualatina) non contano nulla
nella
gestione operativa.
Lo si era
capito già da
come votano
alle conferenze sulle tariffe, ma quello
che sta
accadendo con la
carenza
idrica è la prova
inconfutabile
che tutti temevano esistesse. E
ora
c’è
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