IN PRIMA
fila, a guidare questa
crociata
contro quella che i
più moderati
del gruppo definiscono
«l’ambivalente
posizione
dell’Udc»,
ci sono Mauro Carturan
e Franco
Taddeo. Entrambi
consiglieri
provinciali di
maggioranza,
entrambi ex sindaci,
entrambi
«trombati» grazie
- ma forse è
il caso di dire a
causa - all’azione
dei centristi
del
segretario provinciale (e
collega di
maggioranza in via
Costa)
Michele Forte. Sulla testa
del quale
pende la spada che
i due
esponenti dell’ammini -
strazione
provinciale stanno facendo
vibrare con
una certa
veemenza da
qualche giorno.
Più o meno
da quando uno,
Carturan, si
è visto cacciare dalla
giunta del
sindaco di Cisterna
Antonello
Merolla gli uomini di
sua fiducia
a beneficio di due
esponenti
Udc, e l’altro, Taddeo,
ha invece
realizzato che il
suo
insuccesso alle ultime amministrative
di Santi Cosma
e
Damiano si
deve più alle scelte
alternative
dei centristi che che
al gioco
sporco di qualche suo
alleato.
Motivi sufficientemente
validi, si
saranno detti, per
chiedere
conto di un rapporto
che dimostra
i suoi limiti giorno
dopo giorno.
Quello, manco a
dirlo, che
regola l’alleanza tra il
presidente
della Provincia di
Latina
Armando Cusani e l’Udc
del
segretario Michele Forte.
Sullo
sfondo, la
st rao rdi
nar ia
capacità
degli
uomini della
vela
a giocare su
più tavoli a
seconda
delle
occasioni.
Insomma,
come si
possono
difendere
gli stessi
interessi in
via
Costa se
poi, da Aprilia al Garigliano,
l’Udc e i
partiti che compongono
la
maggioranza della
Provincia si
contendono voti
con
battaglie politiche senza
esclusione
di colpi? Per questo,
almeno a
giudicare dalle posizioni
espresse
giovedì scorso in
commissione
cultura, Carturan
e Taddeo
sarebbero pronti a
chiedere una
verifica di governo
al
presidente Armando Cusani.
Ma non lo
faranno, pare, prima
di lunedì
prossimo, giorno della
chiusura dei
secondi turni elettorali.
Già, perché
sulla loro
strada
Carturan, Taddeo e quanti
anche nel
Pdl di via Costa
condividono
la crociata contro
l’Udc,
rischieranno di trovare
anche un’altra
vittima eccellente
dell’ambivalenza
dei centristi
pontini:
Paolo Graziano, capogruppo
Pdl in
Provincia e avversario
nel
ballottaggio di Minturno
proprio con
un esponente
Udc, Gerardo
Stefanelli. Che,
tra le altre
cose, si è fatto le ossa
all’ombra
dell’amministrazio -
ne
provinciale sostenuto anche
da quei voti
che oggi, a Minturno,
combatte.
Paradossi tutti
pontini, si
dirà. Vero, ma trappole
del genere
affascinano fino
a quando non
lasciano sulla
strada
vittime illustri. Carturan
a Cisterna e
Taddeo a Santi
Cosma e
Damiano sono le prime.
Vedremo
Graziano. Ma, a
quel punto,
sarà Cusani - e prima
ancora il
coordinatore provinciale
del Pdl
Claudio Fazzone
- a spiegare
se in politica
paga di più
un esercito di adepti
o un all’alleato
instabile come
l’Udc.
Valerio Sordilli
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