Pare che il
TAR stia mettendo la parola fine all’allarme relativo a Castelforte, impresa
CSA, come sito di smaltimento dei rifiuti di Roma: troppe, però, sono le
domande alle quali nessuno ha risposto, così come sono troppe le affermazioni
dei politici locali e provinciali che necessitano di chiarimenti, se a queste
domande uniamo anche i sibillini riferimenti dell’imprenditor-sindacalista Pasquale
Olivella, quando si richiama ai Beati Pauli, certamente il quadro diventa ancora più
oscuro.
Se a tutto
ciò si unisce la certezza che l’impresa CSA è quella che gestisce il ciclo
raccolta-smaltimento rifiuti in tre comuni importanti del sud pontino, come
Castelforte, Santi Cosma e Damiano e Spigno Saturnia, sembra doveroso che la
classe politica locale dia chiarimenti, piuttosto che insinuare dubbi, dia
luce, piuttosto che intorbidire ancorpiù le acque.
Per parte
nostra cercheremo di ricostruire l’intera vicenda, partendo proprio dalla
decisione del TAR laziale di sospendere l’efficacia del decreto Clini,
scongiurando anche giuridicamente quello
che nella sostanza l’impresa CSA non avrebbe potuto mai fare, cioè trattare i
rifiuti di Roma! (mdc)
IL
Tar del Lazio ha sospeso il
decreto
del ministro dell'Ambiente Clini per la gestione
dei
rifiuti a Roma, che impone il trattamento di una parte
dei
rifiuti della capitale negli
impianti
di altre province del
Lazio.
Il Tar ha fissato al 6
giugno
2013 la decisione sul
merito
dei ricorsi. Immediata
la
dichiarazione del sindaco
di
Roma, Gianni Alemanno.
«La
decisione dei giudici
amministrativi
del Tar che
sospende
il decreto ministeriale con il quale si imponeva
il
trattamento dei rifiuti a
Colfelice,
rappresenta motivo di grande preoccupazione
per
l’Amministrazione capitolina. Il Ministro Clini ha
già
spiegato le ragioni tecniche che hanno motivato
l’emanazione
del decreto;
per
parte nostra, la Giunta ha
recentemente
deliberato che i
rifiuti
di Roma, Ciampino e
Città
del Vaticano, dopo il
trattamento
negli impianti laziali, siano smaltiti nel comprensorio di Roma Capitale e
non
nei territori dove sono
collocati
tali impianti. Gli
sforzi
per aumentare la raccolta differenziata che l’Am -
ministrazione
ha messo in
campo
per raggiungere
l’obiettivo
di legge e l’impe -
gno
dei cittadini per differenziare i rifiuti, rischiano di
essere
vanificati dalla decisione del Tar che non tiene
evidentemente
conto della
complessità
della situazione
e
della mancanza di alternative alle soluzioni individuate
dal
Patto per Roma e dal
successivo
decreto ministeriale».
Dal
sindaco di Roma, Alemasnno, a Guglielmo Abbondati, capolista di Sinistra
ecologia
libertà al Consiglio
regionale
del Lazio. «La sospensione arrivata dal Tar al
decreto
Clini, evita la migrazione dei rifiuti di Roma verso le altre province del
Lazio.
Una
soluzione inaccettabile
quella
di far pagare ad altre
comunità
il fallimento della
gestione
del ciclo dei rifiuti
di
Roma Capitale. Le verifiche del Noe agli impianti di
trattamento
- dice Abbondati
-
sono un ulteriore elemento
a
conferma della fondatezza
delle
inchieste che la magistratura da tempo ha aperto
sulla
gestione di alcuni di
questi
impianti. C’è un quadro allarmante di illegalità
che
ha prodotto la saturazione delle discariche, dove
continuano
ad essere interrate migliaia di tonnellate di
rifiuti
non trattati - conclude
Abbondati
- In questo quadro
l’idea
di mandare i rifiuti
all’estero
sarebbe solo la
La
principale stazione
della
Capitale
ROMA
TERMINI
Regione
Lazio
conferma
che questa regione
ha
alzato bandiera bianca,
perdendo
la battaglia della
legalità.
Cosi facendo pagheremo il doppio prezzo di
esportate
mondezza in Europa e di pagare a breve le
pesanti
multe che Bruxelles
sta
per notificare al Lazio».
«La
sospensiva decisa oggi
dal
Tar sul decreto ministeriale per lo smaltimento dei
rifiuti
è in realtà l’ennesima
certificazione
del fallimento
del
duo Polverini-Alemanno.
Si
continua a parlare di discariche, di esportare altrove i
rifiuti
di Roma, quando, in
realtà
bisognerebbe capovolgere il problema: promuovere la riduzione dei rifiuti,
raccolta differenziata porta a
porta
in tutta la Regione,
creare
una filiera virtuosa per
il
riciclaggio. Questo abbiamo provato a fare, con Zingaretti, nella provincia di
Roma
e
i risultati sono sotto gli
occhi
di tutti. Al contrario
Alemanno
e Polverini hanno
nascosto
la testa sotto la sabbia, preferendo affidare le loro responsabilità a un
commissario. Come non capire
l’indignazione
dei cittadini?
La
politica deve prendersi le
sue
responsabilità, non lasciare la patata bollente nelle
mani
di un prefetto. Noi lo
faremo.
E seguendo la strada
virtuosa
della raccolta porta a
porta
e del riciclaggio, i rifiuti da gettare in discarica diventeranno una questione
del
tutto
marginale», queste invece le dichirazioni di Flavia
Leuci,
candidata alla Regione nella lista del Pd.
da latina oggi del 10.2.13
da latina oggi del 10.2.13
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