E'
polemica tra gli 82 ex operai della
Evotape
e gli altri colleghi ora facenti
parte
della Mancoop, la cooperativa
che,
a giorni, inizierà il ciclo di produzione allo stabilimento di Santi Cosma
e
Damiano. Una diatriba, nella quale
ieri
si è espressa anche la Femca Cisl
di
Latina, accentuatasi con la richiesta
da
parte della curatela di raccogliere le
firme
di tutti gli ex operai, nessuno
escluso,
per tornare al tavolo della
Regione
Lazio per l'eventuale concessione della Cig in deroga per quattro
mesi.
La settimana scorsa, dopo le
assemblee
e riunioni varie, non era
stata
la disponibilità di tutti alla firma
del
preavviso di licenziamento. I soci
della
Mancoop, nella serata di venerdì,
dopo
un'assemblea con i sindaci di
Castelforte
e Santi Cosma e Damiano
e
la curatela, hanno dato anche la
disponibilità
a firmare. «Non siamo
affatto
stupiti -hanno detto Maurizio
Cinquanta
e Vittorio Zelfiro, che hanno parlato anche a nome degli altri 80
colleghi
in mobilità- di quanto affermato dai soci della Mancoop che sulla
stampa
si dicono pronti a firmare insieme a tutti gli altri lavoratori ex
Evotape,
per far ottenere la cassa integrazione in deroga, mentre non più
tardi
di tre giorni fa avevano ufficialmente dichiarato la loro contrarietà». I
lavoratori
infatti ricordano i vari passaggi della vicenda e tutto il lavoro fin
qui
svolto per ottenere la proroga della
cassa
integrazione in deroga per la
quale
c'e il via libera della Regione
Lazio
e della curatela fallimentare purché tutti i lavoratori, nessuno escluso,
ne
facciano richiesta rinunciando al
preavviso
per il quale qualcuno ha già
firmato.
«Venerdì scorso -hanno aggiunto Cinquanta e Zelfiro- si sono
svolti
alcuni incontri con i lavoratori
ed
i segretari provinciali Cecere della
Femca
Cisl e D'Arcangelis della Filctem Cgil, nel corso dei quali gli 80 ex
Evotape
hanno firmato mentre dai soci
della
Mancoop è arrivato un secco no,
e
questo la dice lunga su come questa
vertenza
sia stata gestita fin dal principio, e quali posizioni di vantaggio
abbia
ottenuto la coop all'interno della
vertenza.
A tal proposito viene rammentato tutto il percorso nato a fine
dicembre
per ottenere la proroga della
cassa
integrazione, le forzature fatte
per
far firmare la mobilità a quanti più
lavoratori
possibile, gli attacchi ingiustificati lanciati verso quegli amministratori
«colpevoli» di aver sostenuto
le
ragioni degli 80 lavoratori ex Evotape ed accusati di ingerenze politiche
nella
vicenda. «Appare finalmente
chiaro
-hanno concluso i lavoratoritutto il piano nato intorno alla Mancoop e questo
ripensamento dei suoi
soci,
che ora a parole, affermano di
essere
pronti a firmare, ne è un esempio lampante. I termini di proroga
della
cassa scadranno il prossimo 7
febbraio,
il tempo è quasi terminato. A
tutti
loro vorremmo ricordare il vecchio detto delle nostre parti: che anche
le
volpi più furbe finiscono in pellicceria». Dura anche la posizione della
Femca
Cisl, che attraverso il segretario
provinciale
Roberto Cecere, sottolinea
che
«siamo alla solita falsificazione
della
realtà. Venerdì 1 febbraio -ha
continuato
Cecere- abbiamo incontrato i soci della Mancoop e da loro è stata
espressa
la chiara volontà di non aderire al percorso per ottenere la proroga
della
cassa integrazione in deroga.
Visto
questo ripensamento, e considerato il filo diretto che hanno con la
curatela
fallimentare, pensino loro ad
organizzare
il tutto, noi eravamo pronti
a
firmare già da tempo»
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