È
stato condannato a 18 anni
Mirko
Pascale accusato di avere ucciso a colpi di pistola Fiore
Pandolfo
30 anni di Santi Cosma e Damiano la sera del 18
febbraio
del 2012 in via Vellota. Il 24enne della frazione di
Suio
del Comune di Castelforte, attraverso il suo legale di
fiducia,
l’avvocato Pasquale
Cardillo
Cupo, ha scelto di essere processato col rito abbreviato secco che gli ha
permesso
di
vedersi ridurre di un terzo la
pena.
Dunque dalla condanna
all’ergastolo
la pubblica accusa
sostenuta
dal pm Marco Giancristofaro aveva chiesto al termine della requisitoria la
condanna a 30 anni di reclusione. Il
giudice
per le udienze preliminari Nicola Iansiti ha inoltre
accolto
la tesi della difesa e
quindi
non ha riconosciuto
l’aggravante
della premeditazione. Quindi creduto al fatto
che
il 24enne da oltre una settimana andava in giro con la
pistola
in tasca, una calibro 40
Smith
e Wesson, legalmente
detenuta
per uso sportivo, perchè aveva paura della vittima. Il
Pascale
confessò sin da subito
di
essere stato lui ad uccidere il
30enne.
E in sede di interrogatorio di convalida dichiarò al
gip
Guido Marcelli il motivo
per
cui quella sera aveva con sè
la
pistola. Disse che aveva paura perchè aveva ricevuto dalla
stessa
vittima delle minacce.
Dichiarò
al giudice di essere
stato
vittima di un’aggressione.
La
famiglia di Pandolfo si è
costituita
parte civile nel processo, attraverso gli avvocati
Alfredo
D’Onofrio e Gianfranco Testa, Margherita Buffolino. Otto le parti civili, tra
cui
due
minori (i figli di 7 e 4 anni
della
vittima) alle è stata riconosciuta una provvisionale di
150mila
euro.
«Siamo
indignati di questa
Italia
dove non esiste una pena
certa
dove gli assassini per un
omicidio
di tale efferatezza
prendono
meno anni di una
persona
che spaccia o che va a
rubare
un chilo di arance - ha
dichiarato
la sorella della vittima a nome di tutta la famiglia
Pandolfo
-. Ci vergogniamo di
essere
italiani. A noi oggi non è
stata
fatta nessuna giustizia. E’
stato
scaricato un caricatore
contro
un padre di famiglia
Lui
stesso ha dichiarato di andare in giro da una settimana in
giro
con l’arma, perlopiù arma
ad
uso sportivo con due caricatori è stato ritrovato e viene tolta l’a g g r ava n
t e
della
premeditazione. Una pistola con la
quale
non si poteva andare in
giro.
Oltretutto
la
difesa ha
chiesto
che
l’imputato
venisse assolto
per
omicidio
colposo...».
Resta da vedere a
questo
punto se
l’accusa
una
volta
depositate
le
motivazioni
deciderà
di presentare ricorso
per
vedere riconosciuta l’ag -
gravante
della premeditazione.
DA
LATINA OGGI DEL 10.4.13
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