«IL
nostro parroco, a quanto pare, seleziona, sulla base di informazioni fornite
da
suoi eletti, chi debba
svolgere
qualsiasi tipo di
servizio,
sempre nell'ambito della Chiesa, ignorando
di
fatto e personalmente i
buoni
propositi di coloro
che
offrono la loro disponibilità, e non verificando la
fondatezza
di quanto riferitogli».
Questo
è un passaggio di
un
documento, affisso in
alcuni
locali di Castelforte
da
un gruppo di fedeli, che
ha
contestato il parroco locale don Fabio Gallozzi.
Nella
nota i parrocchiani o
ex,
esordiscono con la frase
del
Papa che sottolinea testualmente di «aprire le
porte
di dio...non dobbiamo
accontentarci
di restare nel
recinto
dalle novantanove
pecore..».
«Le parole del
Pontefice
- continua il documento - che si rifanno
agli
insegnamenti di Gesù,
forse
non si addicono alla
nostra
comunità, ove non si
accetta
la partecipazione
della
massa, ma solo di pochi eletti allo svolgimento
di
qualsivoglia attività nell'ambito della Chiesa». I
promotori
della nota, definitisi gruppo «sciolto» di
volenterosi
pronti ad organizzare i festeggiamenti in
onore
di Maria SS Addolorata, contrariamente a
quanto
precedentemente dichiarato, hanno annunciato
di
rinunciare ai loro buoni
propositi,
che miravano si
all'allestimento
della manifestazione, ma che potevano rappresentare un avvicinamento alla vita
spirituale,
«circostanza
che dovrebbe
essere
auspicabili per tutti i
buoni
pastori». Una contestazione al sacerdote, accusato dal gruppo «sciolto» di
volontari
dell'allontanamento immotivato di persone che «da decenni operano
attivamente
e proficuamente all'interno della parrocchia. Il nostro parroco - si
conclude
la nota - continua
ad
organizzare la vita spirituale della nostra comunità,
non
tenendo conto delle tradizioni e modi di pensare,
nonchè
usi e consuetudini,
sostenendo
fermamente che
nella
Chiesa non esiste democrazia, ma gerarchia»
DA
LATINA OGGI DEL 7.4.13
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