SARÀ effettuata questa mattina
l'autopsia sulla salma di Fiore
Pandolfo, il cui corpo è stato
composto nell'obitorio del cimitero
di Formia. Sarà il professor
Giovanni Arcudi, medico
legale dell'università di Tor
Vergata a Roma, che si occuperà
di effettuare i rilievi e valutare
quanti colpi dei 12 esplosi
hanno raggiunto il corpo del
31enne di Santi Cosma e Damiano.
La nomina del perito
legale è stata effettuata ieri mattina
dal sostituto della Procura
della Repubblica di Latina, Daria
Monsurrò, magistrato che
sta conducendo l'inchiesta. L'esame
autoptico costituirà un ulteriore
tassello per fare piena
luce anche sulle traiettorie dei
colpi e la destinazione. Pare che
qualcuno dei 12 proiettili esplosi
non sia giunto a segno, ma un
quadro più preciso l'avremo nel
pomeriggio di oggi, al termine
della perizia necroscopica. I
proiettili che hanno colpito il
Pandolfo verranno inseriti negli
oggetti già a disposizione degli
investigatori, che hanno già sequestrato
l’arma utilizzata da
Mirko Pascale, una Smith e
Wesson calibro 40, che il giovane
aveva con sè al momento
dell’incontro-scontro con Pandolfo.
Il giovane, comproprietario
di un negozio di alimentari
in via Francesco Baracca, si
trova rinchiuso nel carcere di
Latina a disposizione dell’auto -
rità giudiziaria, alla quale dovrà
chiarire alcuni particolari che
hanno destato perplessità tra gli
investigatori. La salma di Fiore
Pandolfo, al termine dell’esame
necroscopico, sarà trasferita, a
cura delle agenzie funebri Fratelli
Cifonelli, nella chiesa di
Campomaggiore di Santi Cosma
e Damiano, dove sarà vegliata
per tutta la notte da familiari
e amici. Le esequie invece
si svolgeranno domani mattina
alle 10,30 all'interno della stessa
chiesa situata
lungo via Francesco
Baracca.
«Con molta discrezione
- ha
detto don Simone
Di Vito, vicario
foraneo
de ll 'ar ci dio ce si
di Gaeta - siamo
vicini alle famiglie
che sono
state coinvolte
un episodio che
dovrebbe spingere
la comunità
a riflettere sul
senso della vita.
Siamo vicini alle
famiglie in
una situazione
d r a m m a t i c a
con saggezza umana e cristiana,
ma che deve servire per ragionare
su eventi che in piccole
realtà hanno una risonanza
maggiore». Un dolore che ha
colpito più famiglie, che, pur se
in maniera diversa, debbono vivere
questo momento drammatico,
determinato da una situazione
che, forse, si trascinava
già da qualche tempo. «Le comunità
dovrebbero intraprendere
discorsi educativi e formativi
verso i giovani, per indirizzarli
verso i valori della vita e il
rispetto reciproco. Occorre formare
le persone – ha concluso il
sacerdote, che conosce bene la
realtà locale per aver espletato,
in passato, le sue funzioni di
parroco a Ventosa, frazione di
Santi Cosma e Damiano - oltre
che nei sentimenti, anche alla
razionalità capace di gestire le
emozioni». Ieri intanto sono
stati pubblicati dei link su facebook
da parte di alcuni amici
della vittima. Uno di questi recita
testualmente: «Un grande
saluto al nostro angelo Fiore!!
Ti porteremo nei nostri cuori».
Una frase che condivideranno
tutte quelle persone che domani
mattina daranno l’estremo saluto
al 31enne di Santi Cosma e
Damiano.
G.C.
LE INDAGINI: ALLA RICERCA DI UN TESTIMONE.
INTERROGATORI e accertamenti
sono ancora in corso a Castelforte e
Santi Cosma e Damiano per verificare
se sabato sera qualcuno ha assistito
al delitto di Fiore Pandolfo, il 31enne
autotrasportatore ucciso con una pistola
calibro 40 da Mirko Pascale,
23enne di Castelforte. I carabinieri
della compagnia di Formia, coordinati
dal maggiore Pasquale Saccone,
stanno ascoltando familiari e persone
vicine ai due protagonisti dell'episodio,
per fare piena luce su quanto è
accaduto la sera dell'assassinio. Gli
investigatori, infatti, non escludono
che sabato sera qualche altra persona
possa aver assistito al sanguinoso
episodio, che presenta ancora alcuni
lati oscuri. Dalle dichiarazioni del
Pascale non sembra ci possa essere
stato qualcun altro, ma ci sono alcuni
particolari che gli inquirenti vogliono
chiarire anche con l'ausilio delle persone
che la sera dell'omicidio hanno
visto sia il Pascale che il Pandolfo. E
la ricostruzione parte da un altro particolare
che non appare chiaro e cioè
quello delle auto. Infatti è chiaro che
Mirko Pascale sia giunto sul luogo del
delitto con la sua Fiat 500, ma non è
invece chiaro come Fiore sia giunto
sul posto. Infatti, pare che la macchina
da lui utilizzata, una Audi, non sia
stata trovata sul posto. Forse qualcuno
lo ha accompagnato? Forse ha
raggiunto il posto a piedi? Ipotesi che
i carabinieri del nucleo radiomobile
di Formia, insieme ai colleghi di
Castelforte e Santi Cosma e Damiano
vogliono chiarire. Fiore Pandolfo si
era recato nel capannone di Rio Grande
per controllare gli ultimi interventi
al carro allegorico della contrada San
Lorenzo, realizzato dall'omonima associazione
di cui lui era presidente.
Qui si sarebbe presentato il Pascale,
che poi si sarebbe incontrato con la
vittima in via Vellota, non proprio
vicinissima al capannone. Una zona
non illuminata che non è certo il
luogo ideale per un appuntamento e
certamente non raggiungibile a piedi.
Resta il fatto che, comunque, l'omicidio
è avvenuto in quella zona, raggiunta
da Fiore Pandolfo con la sua
auto o con quella di un altro. Pochi
minuti dopo il delitto i carabinieri
cercavano di avere notizie del veicolo
con il quale Fiore avrebbe raggiunto
la zona, tanto che fu fatta specifica
richiesta al padre della vittima Antonio,
che era giunto sul posto poco
dopo la sparatoria. «Ho mio figlio
morto in terra - ha risposto il padre di
Fiore agli inquirenti che stavano svolgendo
gli accertamenti - e voi mi
chiedete dell'auto?». Una frase che ha
colpito le decine di persone che si
trovavano al di la del nastro che
isolava la zona, perchè detta da un
uomo che stava prendendo coscienza
del grave lutto che lo aveva colpito.
Lo stesso genitore poi chiamò a casa
per cercare di sapere con quale auto il
figlio si era spostato. I carabinieri per
tutta la giornata di ieri hanno cercato
di fare luce su questi particolari e non
escludono alcuna ipotesi. La presenza
di una terza persona sul luogo del
delitto, nel caso l'ipotesi fosse confermata,
chiarirebbe diversi dubbi. Determinanti
si rileveranno comunque
gli interrogatori in corso per fare luce
su un caso che ha sconvolto le comunità
locali. Ieri erano in tanti coloro
che nelle vie di Castelforte e Santi
Cosma e Damiano si chiedevano come
una vicenda nata per una questione
sentimentale possa scaturire in
tragedie simili. Secondo la ricostruzione
dei carabinieri Mirko Pascale
avrebbe scatenato la sua rabbia su
Fiore Pandolfo, perchè la sua ex ragazza,
una 20enne di Santi Cosma e
Damiano, frequentava Lucio, fratello
minore della vittima. Quell'amicizia
non sarebbe piaciuta a Mirko che,
anche attraverso il suo profilo su
facebook, aveva manifestato tutta la
sua amarezza. Sabato sera aveva con
se la pistola, regolarmente detenuta
perchè aveva ottenuto il porto d'armi
per poter svolgere in futuro l'attività
di vigilantes, dalla quale ha esploso i
colpi che hanno trucidato l'autotrasportatore,
sposato e padre di due
figli. Come i due si siano incontrati
(per caso o per un appuntamento) e
soprattutto come Fiore Pandolfo abbia
raggiunto quel luogo isolato è
ancora da chiarire. La cosa certa è che
Pascale si è allontanato con la sua Fiat
500 e poco dopo si è costituito ai
carabinieri.
Gianni Ciufo
DA LATINA OGGI DEL 21.2.12
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