DOVEVANO
rispondere dell’ac -
cusa
di riciclaggio di denaro sporco, proveniente da una truffa miliardaria ai danni
dello Stato. Due
gli
imputati: il direttore della filiale di Formia della Banca di
Roma,
Arturo Purificato 49 anni
di
Formia, difeso dall’ av vo c a t o
Massimo
Signore, ed Enrico Rosato 76 anni di Santi Cosma e
Damiano,
amministratore di una
società,
difeso dall’avvocato Alfredo d’Onofrio. Ieri la conclusione del processo
davanti al tribunale di Latina con la richiesta
da
parte della pubblica accusa,
sostenuta
dal pm Gianmaria, a
nove
anni condanna e 6 mila euro
di
multa. Il collegio composto dal
giudice
Lucia Aielli e Cavaceppi
e
Giannantonio a latere, hanno
invece
assolto il direttore di Banca per non vere commesso il fatto
mentre
hanno condannato a 4
anni
e 6mila euro di multa il
Rosato.
I fatti vennero accertati
nel
1999, ma la vicenda parte da
ancora
prima con truffa perpetrata in Sicilia da un gruppo di
persone
indagate per per delinquere. Secondo gli inquirenti
prendevano
dei finanziamenti a
fondo
perduto dallo Stato italiano
per
realizzare manufatti ma che in
realtà
quanto previsto dai progetti
non
veniva mai costruito. Quindi
progetti
fittizi di sviluppo economico del mezzogiorno con il solo
scopo
di ottenere denaro dallo
Stato.
Le
somme venivano incassate
dalla
«Industrie bevande rio Sicilia srl» su conti correnti siciliani
e
poi bonificate sul conto corrente
sempre
della società alla filiale
Banca
di Roma di Formia. E qui
entrava
in scena Purificato che era
il
consulente business dell'epoca
della
Banca di Roma di Formia e
che
quindi si occupava di tutte le
società
clienti della Banca, viene
sostanzialmente
contestato di
aver
trasferito e /o sostituito la
somma
di oltre un miliardo consentendo alla IBRS, in persona
del
legale rappresentate Romano
Pasquale
di aver prelevato con
assegno
la somma di un miliardo
e
di averla poi versata in contanti
sul
suo conto corrente personale.
Dall'istruttoria
è emerso «prima
di
tutto che l'operazione in realtà
è
stata cartolare - ha spiegato
l’avvocato
Signore - nel senso
che
non vi è stato il prelevamento
materiale
dei soldi ed il successivo versamento in contante degli
stessi,
ma è stata una semplice
operazione
cartolare che in effetti
ha
lasciato sempre i soldi nella
stessa
filiale trasferendoli semplicemente da un conto ad un altro».
La
difesa ha spiegato ancora che
già
all'epoca le banche conformemente ad alcune direttive comunitarie avevano dei
sistemi automatici di rilevazione automatica
delle
operazioni sospette (GIANOS) e che proprio quei sistemi
non
avevano individuato l'operazione come sospetta.
In
ultimo «la competenza prevista
per
legge per la eventuale segnalazione delle operazioni sospette
all'interno
della filiale è del direttore della filiale in primis e poi del
capo
operativo e successivamente
ancora
del cassiere che effettua
l'operazione:
il Purificato era consulente business e non aveva alcuna competenza a tal fine.
Riciclare significa scambiare denaro
sporco
con denaro pulito: la condotta del Purificato non ha minimamente avuto una
conseguenza
del
genere».
DA LATINA OGGI DEL 11.5.13
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