PER
l’accusa sarebbero stati gli avvallamenti e i dissesti
del
manto stradale a causare lo schianto contro un’auto
del
16enne sancosimese Americo Celso, morto in via
delle
Terme a Castelforte nel novembre del 2009. Per la
difesa,
che ieri ha prodotto una consulenza tecnica di
parte,
la causa principale di quel tragico scontro, invece,
fu
l'alta velocità dell’auto guidata dall’oggi 42enne
maresciallo
dell’aeronautica Antonio Coviello. Davanti al gup Costantino De Robbio, però,
che ha rinviato al prossimo 17
luglio
su richiesta delle parti civili per
permettere
di visionare proprio la consulenza prodotta dalle difese, sono comparsi
Angelica
Vagnozzi, Roberto Chinappi e
Fernando
Conte, all’epoca i tre responsabili della viabilità per conto della Provincia
di
Latina.
Così almeno in base alla perizia
stilata
dal consulente tecnico del Tribunale,
l’ingegnere
Mario Scipione, che non attribuì responsabilità all'ufficiale. Secondo
quella
relazione, infatti, il 16enne avrebbe
perso
il controllo del proprio scooter Scarabeo per via delle scarse condizioni di
manutenzione. E
solo
dopo si sarebbe scontrato contro la Nissan Almera
Tino
guidata dall’ufficiale. Non così per le difese,
avvocati
Massimo Signore, Dino Lucchetti e Pasquale
Cardillo
Cupo, che invece spiegano la morte del ragazzo
come
dovuta al violento impatto con l’auto.
DA LATINA OGGI DEL 13.5.13
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