TESTIMONIANZE su sinistri stradali
inesistenti. Così per quaranta persone, tra cui
diversi residenti tra
Minturno, Castelforte e Santi Cosma e Damiano, la Procura
della Repubblica di Santa Maria
Capua Vetere nei giorni scorsi ha chiesto il
rinvio a giudizio. Un anno
fa, a febbraio, l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore
Silvio Marco Guarriel-lo
portò all’arresto di sei persone da parte dei Carabinieri della Stazione di
Sessa Aurunca, quattro medici (tre dell’Asl di Caserta e uno dell’Asl di
Formia) e due titolari di istituti di infortunistica stradale, accusati di
associazione a
delinquere finalizzata
alle truffe ai danni delle compagnie di assicurazione mediante
produzione di falsa documentazione,
anche sanitaria, comprovante il verificarsi
di sinistri stradali mai accaduti.
Oltre questi sei, i quaranta denunciati a piede
libero per falsa
testimonianza. Secondo le indagini della Procura sarebbe stato accertato che
molti sinistri, spacciati per stradali, erano invece avvenuti in casa oppure di
entità molto minore rispetto a quella certificata.
In questo quadro sarebbero
stati proprio i medici a produrre i certificati sanitari
falsi utili ad aggravare
la prognosi oppure a certificare patologie fantasma con
un danno stimato alle
assicurazioni di circa duecentomila euro per episodi avvenuti
tutti in provincia di
Caserta. Appiattamenti, pedinamenti e riscontri di
polizia giudiziaria,
perquisizioni, nonché perizie calligrafiche furono le tecniche
di indagine usate all’epoca
dai militari operanti e che consentirono di pervenire
all’identificazione del
sodalizio criminoso. Secondo l’inchiesta lo studio tecnico
di infortunistica stradale
istruiva artificiosamente le pratiche di richiesta risarcimento
danni destinate alle compagnie
assicurative mediante produzione di falsa documentazione; a tal fine venivano
presi mirati contatti con soggetti disposti a
farsi risarcire danni non
subiti in relazione a sinistri stradali talora completamente
inventati, in altri casi descritti
con modalità diverse; venivano inoltre coinvolte persone non presenti che si prestavano a testimoniare il falso e acquisivano dichiarazioni cai ed altra documentazione necessaria. A questo punto
entravano in
gioco i
medici che, operando presso strutture sanitarie pubbliche, redigevano o semplicemente
sottoscrivevano falsa documentazione sanitaria relativa a coloro a nome dei
quali veniva formulata la richiesta di risarcimento alle compagnie
assicurative. In tal modo gli associati stabilmente traevano in inganno le
società assicurative circa l’e ff e tt iva
esistenza e consistenza dei danni di cui si chiedeva l’indennizzo,
inducendole a versare indebite somme di denaro che venivano riscosse a mezzo
procura dagli stessi titolari dell’agenzia o comunque in loro presenza. Tra gli
altri si ricorda l’episodio relativo al medico di Formia che aveva denunciato alla
compagnia di essere rimasto ferito in un incidente stradale e grazie alla
certificazione falsa di un suo collega aveva chiesto il risarcimento dei danni all’agenzia.
Peccato che nel giugno 2009 fosse stato fotografato a bordo di un ciclomotore proprio
nei giorni in cui avrebbe dovuto indossare un tutore al braccio.
F.F. DA
LATINA OGGI DEL 14.1.12
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