CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA.
Lo sottolinea il segretario
provinciale della Cisl
Roberto Cecere. «Una
vertenza che aveva preso
una brutta piega e che è
stata gestita male, con 140
operai rimasti senza lavoro.
Nonostante l’ enco -
miabile l'impegno degli
operai che hanno intenzione
di voler creare un
«auto-impresa», ma le
difficoltà non sono poche,
a cominciare dal rientro in
un mercato caratterizzato
da una crisi che sta investendo
tutti i settori. Oggi
non è più pensabile poter
fare quello che era possibile
subito dopo la chiusura
e la strada è in salita.
Noi, come organizzazione
sindacale, non abbiamo
mai creduto alle fantasie
dell'amministratore
delegato e lo avevamo
detto a suo tempo. Oggi -
chiarisce Cecere - purtroppo
la situazione è difficile.
Noi assisteremo i lavoratori
- ha continuato Cecere
e presenteremo una richiesta
unitaria con le alt
r e o rg a n i z z a z i o n i
sindacali di un incontro
col curatore fallimentare,
l’avvocato Vincenzo
Manciocchi, per capire
come stanno effettivamente
le cose.» Gli stessi
operai avranno un anno in
più di cassa per il fallimento
disposto dal tribunale,
che ha già fissato la
prima udienza al prossimo
22 novembre. Con la
dichiarazione di fallimento
scompare una delle più
grandi realtà industriali
del sud pontino, anche se,
come ha sottolineato Cecere,
c'è la volontà degli
operai di voler ripartire in
proprio. Una vertenza,
quella dell’Evotape, che
si trascina da un anno e
mezzo. Ripresa dell'attività
con diversificazione
della produzione, la Evolution
131 con New Company
che rilevava l'attività
etc.
La verità è che ora lo
stabilimento è fermo e
con un fallimento decretato.
La forza delle maestranze,
nonostante le tante
vicissitudini, è quella di
poter far ripartire una fabbrica
che fa parte della
storia industriale di tutto il
sud pontino.
Gianni Ciufo
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