martedì 18 dicembre 2012

LA SALVEZZA DELLE PROVINCE! (ALMENO, PER ORA, FINO AL 2013), POI SI VEDRA'.





CON il congelamento dei tagli alle amministrazioni provinciali potranno tirare un
sospiro di sollievo anche i prefetti e i
questori di molte province d’Italia. Le
disposizioni votate ieri mattina in commissione bilancio del Senato sono state
estese infatti anche alle prefetture e alle
questure del Paese. Del resto, dal momento che la gran parte delle prefetture e delle
questure hanno sede nei locali di proprietà delle amministrazioni provinciali, l’ac -
corpamento delle Province avrebbe rischiato di creare un effetto a catena anche
su queste importanti realtà territoriali.
Ma tutto sarà rinviato al 31 dicembre
2013, quando al Senato riprenderà il
decreto lecce che ieri ha subito questa
battuta d’a r re s t o .

LA buona notizia, per il
presidente della Provincia
Armando Cusani, è che potrà finire il suo mandato
alla guida di via Costa senza che nessun premier decida per lui quando staccare la spina. Una consolazione per l’esponente Pdl
che insieme al coordinatore provinciale del Popolo
della Libertà Claudio Fazzone si è battuto a suon di
emendamenti perché il suo
«disegno» arrivasse a compimento senza intoppi. Meno per chi, nella cancellazione delle giunte e nella
trasformazione delle Province in semplici uffici di
corrispondenza delle Regioni - organi svuotati cioè
da imbuti di natura politica
- intravedeva una qualche
forma di contenimento dei
costi per le casse pubbliche. Ebbene, si mettano
pure l’anima in pace. Perché ieri la commissione bilancio del Senato ha approvato un emendamento dei
relatori al ddl stabilità che
prevede di sospendere per
dodici mesi le misure della
legge «Salva-Italia» sul
trasferimento, entro il 31
dicembre 2012, delle funzioni delle amministrazioni provinciali a Regioni e
Comuni. E’ stato dunque
congelato di un anno il
riordino delle Province che
tanto ha animato in questi
mesi il dibattito politico.
Specie in terra pontina, dove si è registrato un fuoco
di fila bipartisan contro il
Governo. Ritenuto da destra e sinistra colpevole di
voler sopprimere - mediante un provvedimento ritenuto incostituzionale - un
organo vitale per gli inte
ressi delle realtà locali. Anche in via Costa, dunque,
resteranno tutti ai loro posti. A meno di quindici
giorni dalla paventata fine
del mandato, tutti gli amministratori provinciali,
dal vicepresidente Salvatore De Monaco all’ultima
arrivata Fulvia Frallicciardi, potranno tirare un sospiro di sollievo. Ma anche per
Armando Cusani quella
che arriva dal Senato non è
una cattiva notizia. Stando
infatti alle misure contenute nel decreto voluto dal
ministro Patroni Griffi, il
2013 sarebbe stato per il
presidente un anno da dimenticare. Privata delle sue
funzioni politiche, Cusani
si sarebbe limitato alla ordinaria amministrazione,
per di più stretto nei rigidi
parametri imposti dal regime di commissariamento
coatto cui anche lui avrebbe dovuto rifarsi. Fino alla
chiusura fissata al gennaio
2014. Una data a cui, complice la caduta del governo
Monti, Cusani arriverà nel
pieno delle sue forze e con
una manciata di mesi appena da sacrificare sull’altare
del contenimento della
spesa pubblica. Meglio di
così, non poteva andargli.

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