UN
lungo silenzio in attesa
di
risultati su cui sono in
molti
ormai a interrogarsi.
L’inchiesta
per disastro
ambientale
e irregolarità in
materia
di sicurezza nucleare sulla Centrale del
Garigliano
di Sessa Aurunca, cha ha già portato
alla
denuncia a piede libero del responsabile della
disattivazione
del sito
campano,
prosegue su un
basso
profilo come richiede un’indagine tanto riservata. Dopo il sequestro di
un’area
di novecento metri
quadrati
nell’area di bonifica denominata Trincee
dove
si è riscontrata un’al -
ta
radioattività, e dei registri degli scarichi liquidi e
aeriformi
compilati a matita, è inevitabile che l’atten -
zione
si sia spostata tra i
470
ettari di verde blindato
nel
cuore del parco Migliarino-San Rossore a San
Piero
a Grado, nei pressi
della
base americana di
Camp
Darby ovvero il Cisam di Pisa - Centro Interforze Studi Applicazioni
Militari
-. Qui i militari
al
l’interno, esperti fisici,
stanno
analizzando i campioni prelevati sul fiume
Garigliano
nei pressi dello
scolo
di alcuni reattori posizionati sulla sponda campana, inavvicinabile anche
per
il recente aumento del
la
zona di rispetto da parte
della
Sogin, la società che
si
occupa del decommissioning della centrale. Un
impegno
quello degli
esperti
del Cisam messo in
campo
anche in passato
seppure
non sempre riconosciuto come è capitato
nel
caso della Commissione Mandelli, accusata di
aver
sottaciuto gli effetti
mortali
dell’uranio impoverito sui militari italiani.
Mentre,
dunque, a San Piero a Grado si procede nelle
analisi,
nel sud pontino
l’assessore
all’A mbi en te
Stefanelli
ha incontrato i
sindaci
di Minturno, Santi
Cosma
e Damiano, e Castelforte per rilanciare un
documento
che i comuni
avevano
redatto qualche
giorno
prima, indirizzato
alla
Sogin e al Ministero
dell'Ambiente,
in cui si
chiede
l’immediata apertura di un tavolo. A Caorso,
infine,
in una recente riunione dei Comuni sedi di
servitù
nucleari, commentando i risultati presentati
da
ll’istituto superiore di
sanità
in incaricato dal Ministero della Salute di svolgere il lavoro di monitoraggio
a seguito della richiesta in tal senso
avanzata
dall’Anci in sede
di
Conferenza Stato-Città,
il
sindaco di Caorso Fabio
Callori
ha affermato che «I
risultati
presentati nel I°
Rapporto
sulla mortalità
delle
popolazioni residenti
in
prossimità di impianti
nucleari
in Italia, mostrano
generalmente
una mortalità nei Comuni analizzati in
linea
con quella delle corrispondenti Regioni di appartenenza». Allo stesso
modo
Vincenzo Francomanno, sindaco di Rotondella e componente della
Consulta:
«Complessivamente lo stato di salute
delle
popolazioni dei Comuni oggetto di indagine
appare,
per quel che riguarda la mortalità, non
significativamente
migliore o peggiore rispetto alle
Regioni
di appartenzà».
Ora
bisognerà aspettare la
conferma
nel secondo e
conclusivo
rapporto atteso
per
la fine di febbraio.
Sempre
che le nuove analisi sul Garigliano non
cambino
la storia.
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