domenica 2 dicembre 2012

CENTRALE DEL GARIGLIANO. DALLA SOGIN LA "SOLITA SOLFA": "STATE TRANQUILLI, TUTTO è SOTTO CONTROLLO"!!!!!!!!







SOGIN non smentisce l’inchiesta della
Procura di Santa Maria Capua Vetere
sulla centrale nucleare del Garigliano
di Sessa Aurunca che vede già indagato
il direttore del sito ma prova e tranquillizza la popolazione ribadendo quanto
già dichiarato il 27 novembre, in occasione del Tavolo della Trasparenza con
sono costantemente sorvegliate e sistematicamente monitorate da decenni, a
conferma dell’assenza di impatto per la
salute dei lavoratori e dei cittadini nè di
contaminazione verso l’esterno. Le attività che Sogin svolge nella centrale
del Garigliano e in tutti gli impianti
nucleari italiani sono autorizzate e vengono vigilate da Autorità ed Enti, locali
e nazionali, preposte a sovrintendere e
a sorvegliare, ciascuna per la propria
competenza, allo svolgimento dei lavori di smantellamento e di bonifica dei
siti nucleari e alla messa in sicurezza
dei rifiuti radioattivi presenti».
le Istituzioni sulle attività di smantellamento dell'impianto e di bonifica ambientale del sito della centrale Garigliano. «Tutte le attività - spiegano da
Sogin - vengono svolte nel pieno rispetto dei parametri ambientali e della normativa di riferimento. I rifiuti radioattivi e tutte le strutture e aree di lavoro



QUATTRO centrali nucleari in Italia e su
due di loro c’è un’inchiesta aperta. A
Santa Maria Capua Vetere per Sessa Aurunca. E a Piacenza per Caorso. Entrambe le indagini sono state aperte nel mese
di novembre ma partendo da basi diverse.
In Emilia, a dare il via all’iniziativa dei
magistrati, è stata la scoperta, sulla scorta
di una relazione dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), di una ventina di fusti oggetto
di corrosione da cui si sarebbe verificato
lo sversamento di materiale a bassa radioattività. In Campania, invece, la Procura si è mossa di iniziativa. Disastro
ambientale la prima ipotesi di reato per
cui il sostituto procuratore Giuliana Giu
liano si muove ma anche irregolarità in
materia di sicurezza nucleare secondo il
decreto legislativo 230/95. Quando le
Fiamme Gialle di Mondragone, insieme
ai militari del Cisam di Pisa, alla fine del
mese di novembre, arrivano alla Centrale
di Sessa Aurunca, quello che si trovano
davanti contrasta nettamente con le rassicurazioni che la Sogin ha offerto al Tavolo della Sicurezza del 27 novembre appena tenutosi. In particolare è il registro
degli scarichi liquidi e aeriformi compilato a matita a lasciare interdetti gli inquirenti e a venire immediatamente sequestrato. All’esterno la situazione non è
migliore con novecento metri quadrati
nell’area di bonifica denominata Trincee
immediatamente verificati come altamente radioattivi con rifiuti sotterrati tra
i venti e i cinquanta centimetri di profondità. Per la Sogin, che ieri lo ribadisce,
non c’è contaminazione ma intanto, come atto dovuto di quanto accertato, la
Procura iscrive nel registro degli indagati
il responsabile della disattivazione della
Centrale: il napoletano Marco Iorio.
Quello che però potrebbe smentire la
certezza della società presieduta dall’ex
diplomatico Giancarlo Aragona, amministratore delegato Giuseppe Nucci, sono
le indagini e i prelievi effettuati dai sommozzatori della Guardia di Finanza di
Napoli nel fiume Garigliano dove sono
ubicati gli scoli dei reattori. I campioni
sono ora in mano ai militari del Cisam di
Pisa che già da qualche giorno hanno
avviato analisi. Fosse verificato l’inqui -
namento radioattivo dell’acqua del fiume, ecco che diventerebbe evidente il
legame con l’indagine del 1980
dell’Enea che aveva rilevato contaminazione radioattiva in una vasta porzione di
mare compresa tra il Volturno e il Circeo
e in particolare nel Golfo di Gaeta. Le
esondazioni del Garigliano negli ultimi
trent’anni non sono mancate e il telegramma del 19 novembre 1980 dell’in -
gegner Sennis del Cnen (vecchia Enea)
all’allora sindaco di Castelforte, in conseguenza di una di esse, già aveva tolto
ogni dubbio a una prima contaminazioLa centrale del Garigliano, durante un recente allagamento, e al lato, quella di Caorso
ne. Avere la prova che quanto accaduto fu
solo la punta dell’iceberg, cancellerebbe
ogni dubbio.
Gli sviluppi
di quanto accade a Caorso
e a Sessa Aurunca, al di là
delle congetture, restano
c o   m u n q   u e
im pr eve di bili. E forse sarà
un caso ma
sempre a novembre, il 20,
a Latina i Vigili del Fuoco
hanno svolto
un’es ercitazione in un impianto industriale adiacente un’altra centrale nucleare: quella di
Borgo Sabotino. Nell’occasione hanno
utilizzato automezzi «speciali»: un carro-decontaminazione e un carro nbcr della sezione «specialisti» nucleare batteriologico chimico radiologico. Insomma,
tutto nell’ultimo mese.

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