sabato 22 settembre 2012

SCANDALO REGIONE LAZIO: E' UN FIUME IN PIENA "ER BATMAN"





LA valanga di fango che ha travolto il gruppo Pdl della Regione
Lazio non ha risparmiato le vesti
immacolate - o presunte tali - di
molti dirigenti del Pdl pontino.
La prima ad essersi imbrattata è
quella di Romolo Del Balzo. Tirato per la giacca dal’ex capogruppo Pdl alla Pisana Franco
Fiorito che ieri l’altro, davanti
agli inquirenti, ha spiegato in che
modo l’onorevole di Minturno
era tra quelli più presenti
sull’estratto conto del Pdl laziale.
In particolare, Fiorito avrebbe
raccontato agli uomini che per
otto ore gli hanno chiesto conto
della gestione dei fondi a disposizione del partito che Del Balzo
«ha sistemato alla Regione i suoi
parenti». Ma l’ex fedelissimo del
senatore Claudio Fazzone è in
ottima compagnia. Nelle voci del
registro paga del Pdl della Pisana
figurano infatti per il territorio
pontino anche quelle che fanno
capo a Stefano Galetto. Per carità, nessuna ruberia. Piuttosto un
modo alternativo alle vacanze,
alle automobili di lusso o alle
ostriche e champagne per gravare
sulle tasche dei contribuenti del
Lazio. Perché sebbene non siano
suoi parenti anche Galetto ha trovato il modo di crearsi in Regione
la sua bella schiera di fidatissimi
collaboratori. Così come hanno
fatto altri esponenti di destra e di
centro della provincia di Latina.
Abbiamo già dato conto su queste colonne degli incarichi romani dell’ex assessore provinciale
Bruno Creo, dell’attuale assessore provinciale Enrico Tiero e del
presidente del Coniglio comunale di Latina Nicola Calandrini.
Ma a Roma, tra la Pisana e via
Cristoforo Colombo, lavorano
anche il figlio del capogruppo
Città Nuove al Comune di Latina
Gianni Chiarato, da mesi collaboratore dell’assessore Mariella
Zezza e quello del consigliere
provinciale del Pdl Vincenzino
Palumbo, nello sfaff dell’asses -
sore alla mobilità Francesco Lollobrigida. Così come la figlia del
presidente del Consiglio provinciale Michele Forte e sorella
d el l ’assessore regionale Aldo,
Sonia Forte, da diverso tempo si
trova a libro paga del vicepresidente della Regione Lazio Luciano Ciocchetti. Finita? Macché.
Perché chi non ha «creature» da
sistemare, prova a giocarsi le carte per una candidatura in prima
persona. E’ il caso questo del
capogruppo Udc Mauro Anzalone, che ha lasciato di recente il
suo impiego in terra pontina per
un incarico più soddisfacente a
Roma, sponda assessorato alle
politiche sociali. Ma l’elenco è
lungo e ancora pieno di sorprese.
Basterebbe infatti dare un’oc -
chiata alle liste dei candidati delle
ultime amministrative del comune di Latina per capire come funzionano gli ingranaggi della Regione quando vengono oliati in
un certo modo. In particolare,
scorrendo tra le mani l’elenco dei
candidati della lista Città Nuove,
viene spontaneo pensare che, tra
quelli eletti in Comune, quelli a
cui sono toccati incarichi esterni
e i ripescati in Regione Lazio o in
piccoli o grandi società satellite
della Pisana, quelli effettivamente rimasti senza uno straccio di
poltrona sono davvero in pochi.
Merito, anche, dell’ex sindacalista pontino della Ugl Claudio
Durigon. Cuore e anima della
lista Polverini alla Regione, riuscito nell’impresa ardua di «balcanizzare» la Regione Lazio con
una carovana di persone di sua
fiducia. Roba che nemmeno
Claudio Fazzone ai tempi d’oro.
Quelli, cioè, della presidenza del
Consiglio regionale.
LE AC CUSE A DEL BALZO

E  alla fine Franco Fiorito ha tirato in
ballo anche lui, Romolo Del Balzo,
il consigliere regionale di Minturno
del gruppo del Pdl. «Spesso - ha
detto l’ex capogruppo di Anagni che
si sta difendendo dalle accuse di
peculato scaricando parte delle responsabilità anche sugli altri colleghi del partito - Del Balzo si presentava da me per battere cassa perché
ne aveva bisogno oppure presentava
le ricevute per rimborsi carburante
per un costo complessivo di ottomila
euro». La scorsa settimana sempre
Fiorito aveva ribadito che Del Balzo
era tra i consiglieri e gli assessori che
avevano fatto assumere amici e parenti in Regione, poiché nel gruppo
del Pdl alla Pisana lavorano la nipote
e la moglie di Del Balzo. Il quale ha
puntualizzato subito dopo che le due
donne hanno presentato regolare domanda e lui non ha seguito né «spinto» la pratica; circa i soldi sempre
Del Balzo afferma di non aver mai
presentato domande di rimborso per
la benzina e solo una volta ha chiesto
3000 euro in contanti; il resto delle
somme attribuite sarebbero state rendicontante «regolarmente» come
spese per il «rapporto con gli elettori».
Per Romolo Del Balzo però, inevitabilmente, queste accuse hanno un
sapore diverso. Il consigliere è infatti
già imputato nel processo per la
truffa dei rifiuti perpetrata da Ego
Eco e da funzionari del Comune di
Minturno in danno della sua città. E
ancora prima era stato indagato per
abuso in relazione alle intercettazioni nell’inchiesta sulla mafia a Fondi
che lo vedevano al centro di raccomandazioni per le prove del concorso da infermiere. Lo scandalo dei
fondi del gruppo Pdl va comunque
oltre e tocca il nervo sempre scoperto
dei rapporti interni al partito, tra ex
An ed ex Forza Italia. In teoria per i
secondi dovrebbe essere una sorta di
resa dei conti, visto che il principale
artefice dello scandalo sulla gestione
del conto bancario è un uomo di An,
anzi un «fascistone» come si definisce lo stesso Fiorito. Quest’ultimo
prima di Del Balzo aveva fatto il
nome di un altro consigliere
regionale di
Latina, Stefano Galetto,
che viene dalla corrente di
Alleanza Nazionale. E’
possibile che
lo scandalo in
atto ridefinisca in tempi
a   b b   a s   t a   n z   a
stretti il rapporto di forza
tra due anime
c h e   h a n n o
sempre convissuto per
forza e per diktat nazionale
nelle giunte
locali e negli
enti derivati.
In questi ultimi anni si sono viste epurazioni e mess   a   g g   i
tra sversa li,
pure qualche
punizione grave come quella toccata all’ex sindaco di Latina,
Zaccheo, cacciato, appunto, dagli
uomini di Forza Italia. Tutto sommato ciò che si vede in queste ore era
nell’aria, sia in termini «finanziari»
che politici.


DA  LATINA OGGI DEL 22.9.12

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