mercoledì 12 settembre 2012

ALLARME CRIMINALTA' SUL LITORALE PONTINO: RIUNIONE A ROMA AL COMITATO DI SICUREZZA





GLI agguati di camorra sul litorale laziale, compreso quello pontino, sono ancora casi isolati e
comunque non possono essere
letti nel quadro di un radicamento
«militare» della criminalità organizzata. Che ancora non c’è, diversamente dagli investimenti finanziari che invece sono vasti e
profondi. È questa la conclusione
a cui si è arrivati ieri nel corso
della riunione del Comitato per l’or -
dine e la sicurezza sul
tema dell'em   e r g   e   n z   a
cr im in al it à.
La riunione
si è svolta a
Roma in una
veste inedita
e allargata
alla luce dei
fatti di sangue avvenuti
a Erano presenti diverse
autorità di
Roma e Latina: i prefetti
G   i u   s e   p p   e
Pecoraro e
A n t   o n i o
D’Acunto; i
pr ocu rato ri
G   i u   s e   p p   e
Pignatone e Andrea De Gasperis
e i rappresentanti delle forze
dell’ordine. A tracciare le conclusioni è il prefetto Pecoraro:
«Con il prefetto di Latina abbiamo avuto questo incontro dopo
gli omicidi di Nettuno e di Terracina che sono preoccupanti se
non altro per le modalità. È chiaro che gli omicidi sono da attribuire alla criminalità organizzata. La domanda che ci siamo posti
è se dopo l’audizione che ho avuto in commissione Antimafia è
cambiato qualcosa». È lo stesso
Pecoraro a ricordare di aver
«sempre negato un controllo miIeri la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza: Zaratti: attentati in aumento
«Camorra, potere senza armi»
Pecoraro: non c’è un controllo militare delle mafie sul litorale pontino
litare della criminalità organizzata sul territorio». Dunque il prefetto di si fa una domanda e si dà
una risposta: «Dopo questo omicidio dobbiamo pensare che sia
cambiato qualcosa? La riunione
di oggi (ieri, ndr) dice che questo
controllo non c’è, a Roma come
sul litorale pontino, ma certamente sono dei fatti che inducono
a ragionare e a riflettere perché
due omicidi compiuti di giorno,
con modalità attribuibili alla criminalità organizzata, ci fanno
pensare che è necessaria un’at -
tenzione maggiore da parte nostra». Ovvio poi, conclude Pecoraro, «che nel contempo non vanno sottovalutate operazioni
finanziarie che sono sul territorio. Vogliamo aumentare gli sforzi e ci siamo tutti impegnati a
farlo». Sarebbe dunque un potere
economico ma senza armi o quasi
quello delle mafie sul litorale
pontino e più in generale laziale.
Anche se alcuni dati inducono a
pensare diversamente. Quelli ad
esempio forniti della Direzione
investigativa antimafia sul secondo semestre 201. Numeri su cui
invita a riflettere Filiberto Zaratti,
presidente della Commissione
regionale sicurezza e lotta alla
criminalità: «Si registra l’aumen -
to degli attentati intimidatori che
colpiscono sempre più soggetti
economici e imprenditoriali dei
nostri territori. Ostia, Anzio, Nettuno, Aprilia, Terracina, Fondi e
Latina, sono state le città maggiormente esposte a questi fenomeni, tanto da far arrivare il Lazio
al quarto posto tra le regioni italiane per attentati denunciati
(11), prima della Calabria (10) e
subito dopo la Campania (22)»

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