sabato 15 settembre 2012

LE ACCUSE DEL VERDE ZARATTI AD ACQUALATINA





UN dossier di 300 pagine sul
«caso Acqualatina» e la richiesta formale di una verifica da parte del Ministro
dell’Ambiente sul funzionamento del servizio idrico
ne ll ’Ato4. La batosta era
nell’aria dopo i problemi di
siccità di questa estate e l’am -
missione da parte del gestore
che ci sono ancora gravi carenze nella distribuzione di
acqua, specialmente al sud.
Ieri l’iniziativa del consigliere regionale di Sel, Filiberto
Zaratti che ha consegnato la
lunga relazione al Ministero a
supporto delle critiche, pesantissime, alla gestione idrica in provincia di Latina.
Quando era assessore all’am -
biente, Zaratti ha avviato
un ’indagine amministrativa
conclusasi (a novembre
2009) con 27 contestazioni
all’Autorità d’Ambito e ad
Acqualatina spa. Sui punti,
contenuti in una delibera della giunta regionale, non c’è
mai stata contro replica bensì
il ricorso per vizi di legittimità al Tribunale amministrativo da parte del presidente
dell’Ato4, Armando Cusani,
a ciò autorizzato dalla conferenza dei sindaci. Ora l’ex
assessore rincara la dose e
sposta tutto sul tavolo del
Ministro Clini, cui chiede
«secondo i poteri di vigilanza
sull’uso delle risorse idriche,
di disporre una verifica sulla
gestione del servizio idrico
nell’Ato 4 Lazio meridionale
e sull’operato dell’autorità
d’ambito».
«La recente stagione estiva -
dice Zaratti - ha fatto riemergere una emergenza idrica
nel sud pontino, dove ancora
si registra un’altissima percentuale di dispersione idrica. Intere città come Formia,
Gaeta e Minturno sono state
letteralmente messe in ginocchio dal razionamento quotidiano di acqua proprio nel
momento di maggior affluenza turistica. Il mancato ammodernamento delle reti colabrodo e il ridotto contrasto
delle perdite idriche, che in
questa provincia superano il
60%, è anche il frutto di un
continuo rinvio degli investimenti di Acqualatina. Parte di
questi interventi il gestore
avrebbe dovuto realizzarli
nei primi sei anni. Ma questo
è soltanto uno dei 27 punti di
illegittimità riscontrati da
un ’indagine amministrativa
della Regione Lazio nel
2008. Successivamente
all’aggiudicazione della gara, infatti, la conferenza dei
sindaci dell’Ato ha deliberato
modifiche sostanziali alla
convenzione tipo approvata
dalla Regione, che ha consentito di trasferire gli oneri
della gestione e del rischio di
impresa da Acqualatina
all’autorità d’ambito. Così
oggi la spa si trova nelle condizioni di non essere tenuta
ad assicurare i livelli di sicurezza previsti dal piano, pur
continuando a riscuotere la
tariffa piena degli utenti. Ne
sono scaturiti una conflittualità e un contenzioso giudiziario tra gestore e comunità
locali con diversi Comuni
che si sono rifiutati di approvare la convenzione. Per gli
utenti gli effetti sono: continui aumenti delle tariffe, a
fronte di emergenze idriche e
sanitarie come quelle dell’in -
quinamento da arsenico».

Nessun commento:

Posta un commento