martedì 12 febbraio 2013

RIFIUTI: IL TAR BOCCIA IL DECRETO CLINI, NIENTE RIFIUTI A CASTELFORTE




Pare che il TAR stia mettendo la parola fine all’allarme relativo a Castelforte, impresa CSA, come sito di smaltimento dei rifiuti di Roma: troppe, però, sono le domande alle quali nessuno ha risposto, così come sono troppe le affermazioni dei politici locali e provinciali che necessitano di chiarimenti, se a queste domande uniamo anche i sibillini riferimenti dell’imprenditor-sindacalista Pasquale Olivella,  quando si richiama ai Beati Pauli, certamente il quadro diventa ancora più oscuro.
Se a tutto ciò si unisce la certezza che l’impresa CSA è quella che gestisce il ciclo raccolta-smaltimento rifiuti in tre comuni importanti del sud pontino, come Castelforte, Santi Cosma e Damiano e Spigno Saturnia, sembra doveroso che la classe politica locale dia chiarimenti, piuttosto che insinuare dubbi, dia luce, piuttosto che intorbidire ancorpiù le acque.
Per parte nostra cercheremo di ricostruire l’intera vicenda, partendo proprio dalla decisione del TAR laziale di sospendere l’efficacia del decreto Clini, scongiurando anche giuridicamente  quello che nella sostanza l’impresa CSA non avrebbe potuto mai fare, cioè trattare i rifiuti di Roma! (mdc)


IL Tar del Lazio ha sospeso il
decreto del ministro dell'Ambiente Clini per la gestione
dei rifiuti a Roma, che impone il trattamento di una parte
dei rifiuti della capitale negli
impianti di altre province del
Lazio. Il Tar ha fissato al 6
giugno 2013 la decisione sul
merito dei ricorsi. Immediata
la dichiarazione del sindaco
di Roma, Gianni Alemanno.
«La decisione dei giudici
amministrativi del Tar che
sospende il decreto ministeriale con il quale si imponeva
il trattamento dei rifiuti a
Colfelice, rappresenta motivo di grande preoccupazione
per l’Amministrazione capitolina. Il Ministro Clini ha
già spiegato le ragioni tecniche che hanno motivato
l’emanazione del decreto;
per parte nostra, la Giunta ha
recentemente deliberato che i
rifiuti di Roma, Ciampino e
Città del Vaticano, dopo il
trattamento negli impianti laziali, siano smaltiti nel comprensorio di Roma Capitale e
non nei territori dove sono
collocati tali impianti. Gli
sforzi per aumentare la raccolta differenziata che l’Am -
ministrazione ha messo in
campo per raggiungere
l’obiettivo di legge e l’impe -
gno dei cittadini per differenziare i rifiuti, rischiano di
essere vanificati dalla decisione del Tar che non tiene
evidentemente conto della
complessità della situazione
e della mancanza di alternative alle soluzioni individuate
dal Patto per Roma e dal
successivo decreto ministeriale».
Dal sindaco di Roma, Alemasnno, a Guglielmo Abbondati, capolista di Sinistra
ecologia libertà al Consiglio
regionale del Lazio. «La sospensione arrivata dal Tar al
decreto Clini, evita la migrazione dei rifiuti di Roma verso le altre province del Lazio.
Una soluzione inaccettabile
quella di far pagare ad altre
comunità il fallimento della
gestione del ciclo dei rifiuti
di Roma Capitale. Le verifiche del Noe agli impianti di
trattamento - dice Abbondati
- sono un ulteriore elemento
a conferma della fondatezza
delle inchieste che la magistratura da tempo ha aperto
sulla gestione di alcuni di
questi impianti. C’è un quadro allarmante di illegalità
che ha prodotto la saturazione delle discariche, dove
continuano ad essere interrate migliaia di tonnellate di
rifiuti non trattati - conclude
Abbondati - In questo quadro
l’idea di mandare i rifiuti
all’estero sarebbe solo la
La principale stazione
della Capitale
ROMA TERMINI
Regione Lazio
conferma che questa regione
ha alzato bandiera bianca,
perdendo la battaglia della
legalità. Cosi facendo pagheremo il doppio prezzo di
esportate mondezza in Europa e di pagare a breve le
pesanti multe che Bruxelles
sta per notificare al Lazio».
«La sospensiva decisa oggi
dal Tar sul decreto ministeriale per lo smaltimento dei
rifiuti è in realtà l’ennesima
certificazione del fallimento
del duo Polverini-Alemanno.
Si continua a parlare di discariche, di esportare altrove i
rifiuti di Roma, quando, in
realtà bisognerebbe capovolgere il problema: promuovere la riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata porta a
porta in tutta la Regione,
creare una filiera virtuosa per
il riciclaggio. Questo abbiamo provato a fare, con Zingaretti, nella provincia di Roma
e i risultati sono sotto gli
occhi di tutti. Al contrario
Alemanno e Polverini hanno
nascosto la testa sotto la sabbia, preferendo affidare le loro responsabilità a un commissario. Come non capire
l’indignazione dei cittadini?
La politica deve prendersi le
sue responsabilità, non lasciare la patata bollente nelle
mani di un prefetto. Noi lo
faremo. E seguendo la strada
virtuosa della raccolta porta a
porta e del riciclaggio, i rifiuti da gettare in discarica diventeranno una questione del
tutto marginale», queste invece le dichirazioni di Flavia
Leuci, candidata alla Regione nella lista del Pd.
da latina oggi del 10.2.13

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