sabato 18 agosto 2012

EMERGENZA IDRICA: ..MA LA POLITICA HA RESO LE POPOLAZIONI SUCCUBI DEL GESTORE!





FORMIA ostaggio di Acqualatina». I giorni bui della crisi
idrica non sono ancora alle spalle, e c’è da segnalare come si
profili in tutta la sua interezza la
profili in tutta la sua interezza la
drammaticità di un problema
che assale nei periodi estivi le
città del Golfo. Come se queste
realtà non trovassero nel turismo e nelle attività legate alla
economia stagionale la sua più
grande risorsa. La sua leva principale. Con cui soprattutto la
classe media formiana, quella
che ancora si difende dalla crisi
puntando sulla grande opportunità che grazie
alle crisi idriche
viene posta in
subbuglio. Inginocchiata. Da
Formia a Gaeta,
passando per
Castelforte e
Minturno. Perché alla carenza
idrica s’unisce il
triste spettacolo
che una depurazione non ancora all’altezza rilascia in mare.
Con il suo carico d’inquinanti.
Così il Comitato di Difesa
Acqua Pubblica
ricorda come i primi disagi per
la carenza idrica si siano già
registrati ad inizio stagione, manifestando «la cronica carenza
idrica» acuita dalla siccità che
ha lasciato quasi a secco Capodacqua «che secondo Acqualatina è tale da non poter nemmeno garantire l’approvvigiona -
mento del sud pontino». Così,
ricorda la nota del Comitato «il
gestore è intervenuto informando che in alcune zone di Formia
la fornitura dell’acqua verrà ridotta nelle ore notturne. Peccato
però che per molti cittadini la
soluzione pubblicizzata non
corrisponde al vero tant’è che
siamo stati avvistati da tanti cittadini che l’acqua manca anche
nelle ore diurne, quando il servizio dovrebbe essere garantito».
Un problema che in questo
momento starebbe sfuggendo di
mano al primo cittadino di Formia, massima autorità sanitaria
locale «che avrebbe dovuto
adottare un’ordinanza con la
quale mettere in sicurezza la
salute, soprattutto degli anziani,
malati e bambini ma che si accontenta di una semplice comunicazione del gestore» peraltro
«continuando a far finta di nulla,
anzi non smettendo di proteggere la sua creatura, mostrandosi
più preoccupato di difendere gli
interessi dei suoi amici francesi
e dei suoi protetti che hanno
trasformato la
gestione del servizio idrico in
un proprio feudo elettorale,
piuttosto che tutelare i suoi cittadini contro le
malefatte del
gestore idrico».
Politici che secondo il comitato si sarebbero
ormai ridotti a
dire «signor sì».
Ta n t ’è che va rilevato come fino a ieri nessuna
voce fuori dal
coro si fosse levata. Così che
l’ap p r ov v i gi onamento idrico,
oggi divenuto
un incubo, per
molti cittadini
del Golfo, e non
solo, evidenzia
come l’assenza
di una regolarità
nella gestione
del servizio, dall’altra parte non
contempli «una traccia» del
problema nell’emissione di bollette. Bollette che il Comitato
invita a «boicottare» chiedendo
l’applicazione dell’esito dei due
quesiti referendari.



U N’estate così nera sul
fronte dell’approvvigiona -
mento idrico nel sud pontino non la si vedeva dai
tempi in cui a gestire il
servizio era il carrozzone
Acquedotto degli Aurunci,
il brontosauro della burocrazia che ha lasciato il
posto alla società privata
nel 2002. Ma probabilmente con la rete di distribuzione sono stati ereditati
anche i problemi e i vizi di
una programmazione allegra che alla prima stagione vera di siccità emergono in tutta la loro gravità.
Non c’è solo un problema
di temperature in questa
vicenda dei disservizi
dell’acqua, ma anche di
mancanza di trasparenza,
di informazioni. In definitiva si vede che i sindaci
(pur essendo azionisti di
maggioranza di Acqualatina) non contano nulla
nella gestione operativa.
Lo si era capito già da
come votano alle conferenze sulle tariffe, ma quello
che sta accadendo con la
carenza idrica è la prova
inconfutabile che tutti temevano esistesse. E ora
c’è

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