AV
RÀ inizio il prossimo 9
aprile
presso la Corte d’Assise
di
Latina il processo a carico
dell’oggi
24enne Mirko Pascale, aspirante agente di Polizia
Penitenziaria
di Suio, reo confesso dell’omicidio del 30enne
Fiore
Pandolfo, ucciso con dodici colpi di pistola nella tarda
serata
del 18 febbraio di un
anno
fa in via Vellota a San
Cosma
e Damiano. Così il gip
Guido
Marcelli che già aveva
accolto
la richiesta di giudizio
immediato
formulato dal sostituto procuratore Daria Monsurrò. A difendere il 23enne
Pascale
l’avvocato Pasquale
Cardillo
Cupo mentre per i parenti della vittima come parti
civili,
gli avvocati Gianfranco
Testa
e Alfredo D’Onofrio. Un
quadro
accusatorio nei confronti del giovane di Suio piuttosto chiaro ma che un anno
fa
era
stato rimesso in discussione
allorquando
l’avvocato Cardillo Cupo aveva paventato una
richiesta
di modifica al Tribunale del Riesame poi ritirata. In
sostanza,
e potrebbe essere la
futura
strategia in Corte d’As -
sise,
la difesa di Pascale avrebbe inteso sostenere che l’omi -
cidio
sarebbe avvenuto non per
una
ragazza contesa con il fratello minore della vittima ma
per
la paura a seguito di una
precedente
aggressione fisica
subita
proprio da parte di Fiore
Pandolfo.
Tutto ora passerà
all’esame
della Corte d’Assise
che
dovrà capire gli angoli
oscuri
di quella notte in cui si è
consumato
l’omicidio.
E’
di omicidio volontario con l’ag -
gravante
della premeditazione e del
porto
d’arma l’accusa che il sostituto procuratore Daria Monsurrò ha
formulato,
accolta dal Gip, contro il
24enne
Mirko Pascale di Suio, reo
confesso
dell’omicidio del 30enne
Fiore
Pandolfo, e che il prossimo 9
aprile
comparirà di fronte
la
Corte d’Assise di Latina.
Un
quadro giudiziario forse non ancora completo e
che
gli avvocati Alfredo
D’Onofrio
e Gianfranco
Testa,
per le parti civili,
potrebbero
chiedere di ampliare nelle aggravanti durante la fase istruttoria. Tra
queste,
infatti, al momento
non
compaiono i futili motivi. Un punto, di fatto, che
appare
a vantaggio della
difesa
considerato che
l’avvocato
Pasquale Cardillo Cupo più volte ha sostenuto come l’o mici dio
sia
avvenuto per la paura a
seguito
di una precedente aggressione fisica che sarebbe stata subita
proprio
da parte di Fiore Pandolfo.
Tesi
peraltro ribadita anche il 22
febbraio
di un anno fa quando il
24enne
fu ascoltato dal Gip Guido
Marcelli
in sede di convalida: “Da
tempo
mi sentivo oppresso, nel mirino, un bersaglio. Ora per favore
non
fatemi uscire dal carcere perché
qui
mi sento sicuro, fuori non lo
so….",
questa in sintesi la sua dichiarazione. Che però si scontra con
le
aggravanti formulate dalla Procura la quale ritiene che Pascale, la sera
di
sabato 18 febbraio di un anno fa,
sia
uscito dalla propria abitazione
con
la ferma intenzione di uccidere.
A
riprova l’aver portato con sé la
pistola
calibro 40 Smith e Wesson,
legalmente
detenuta, con cui poi
massacrò
Fiore Pandolfo in via Vellota. Appreso della fissazione
d’udienza
la difesa di Pascale per
ora
mantiene il silenzio. Resta, sarà
determinante
comprenderlo, il ruolo
del
minorenne in auto con il 24enne
omicida
al momento del delitto, su
di
lui è ancora aperta un’indagine
della
Procura, e anche prima quando
i
due si recarono presso il capannone
dove
Fiore Pandolfo, insieme al fratello Lucio, allestiva il carro allegorico per
l’edizione 2012 del Carnevale Campagnolo. Non trovando il
presunto
rivale in amore, Pascale da
tempo
non tollerava l’interessamen -
to
per una 23enne del posto anche da
parte
del fratello della vittima, si
allontanò
a bordo della sua Fiat 500,
seguito
dalla Audi A3 di Pandolfo in
apprensione
per il fratello. E in via
Vellota
le auto si fermano secondo
modalità
mai del tutto chiarite. E poi
l’omicidio.
Pandolfo scende dalla
propria
auto e va verso quella dell'aspirante guardia penitenziaria. Apre
la
portiera ma Pascale istantaneamente raccogli la pistola nel cruscotto e ancora
da seduto lo fulmina
scaricandogli
addosso l'intero caricatore dell'arma . «Mirko ma che hai
fatto!
Portami ora a casa», aveva
raccontato
di aver detto immediatamente dopo il delitto il minorenne,
assistito
dall’avvocato Biasillo, ai
carabinieri.
Pascale si costituì
un’ora
dopo.
DA
LATINA OGGI DEL 14 E 15 MARZO 2013
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